Ancona, writer da mare a mare: una vergogna di 2,6 km. Quando pulite le scritte?

Ancona, writer da mare a mare: una vergogna di 2,6 km. Quando pulite le scritte?
Ancona, writer da mare a mare: una vergogna di 2,6 km. Quando pulite le scritte?
di Emanuele Coppari
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Lunedì 24 Ottobre 2022, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 08:31

ANCONA -  Scarabocchi da mare a mare. Ormai manca solo dedicare agli attacchi d’arte dei writer di casa nostra un capitolo nelle guide della città, ad uso e consumo dei turisti che non possono non incrociare con lo sguardo scritte e disegni incomprensibili che sfregiano i muri della via principale del capoluogo. Per la verità anche negli occhi di noi anconetani, per quanto ormai (ahinoi) assuefatti al degrado, continuano a bruciare gli sgorbi che fanno da contorno ai 2,6 chilometri di passeggiata dal Monumento alla banchina da Chio.

  
Le incursioni infinite


Blitz vecchi e nuovi con lo spray fanno da indegna cornice a uffici pubblici e negozi, aggrediscono muri e feriscono facciate e angoli del centro deturpato dai vandali disegnatori. Ma per quanto tempo ancora quegli arabeschi devono campeggiare ai lati del boulevard del capoluogo? Servono davvero troppo impegno e troppo denaro per dare una ripulita e una tinteggiata alle pareti che scorrono ai fianchi della promenade nel cuore di una città che vuol richiamare vacanzieri e costruirsi un’identità anche sul fronte dell’accoglienza? 
Alcuni di quei ricami alla rovescia stanno lì da tempo immemore, forse si attende che la vernice sbiadisca, ma per ora ad essere sempre più opaca è l’immagine di un centro decadente. Dal Viale al porto, quante incursioni. C’è pure chi sembra voler sfidare l’amministrazione, lasciando un’incomprensibile traccia blu in un angolo del municipio. E poi piazza Roma, e - vabè - sui portici di piazza Cavour meglio stendere un velo pietoso anche per ripararsi dal bombardamento intestinale dei piccioni. Mini variazione sullo spartito del degrado.
A quando un progetto serio ed efficace di decoro? Le luci di Natale che stanno per far risplendere corso Garibaldi e dintorni daranno ulteriore visibilità a quei graffi colorati d’impertinenza.

Perché non mettere mano subito ad un piano d’urgenza per cancellare quelle impronte lasciate dall’impudenza di teppisti da quattro disegnacci? «Perché spendere soldi per pulire, tanto poi quelli tornano a fare scritte?», si dirà.

L'altra parte


Ecco, seconda parte del problema. Bisognerà prima o dopo individuare e punire i vandali con la bomboletta. Quando mettono naso e spruzzatore fuori dai nostri confini, e sfogano la loro vena creativa (si fa per dire) in Paesi che non transigono sul piano del rispetto della legge e delle proprie regole di civiltà, assaggiano i rigori del castigo. La cronaca di questi giorni porta in dote l’esempio dei quattro writer italiani che in India sono stati arrestati per aver imbrattato i vagoni della metro, e fanno una gran fatica a tornare liberi e rientrare in Italia. Qui in città quanti ne sono stati presi? E come hanno pagato? Si fanno grandi annunci di telecamere spia piazzate ormai dappertutto, ma la sensazione è di essere vegliati da un Grande fratello che al momento decisivo si volta dall’altra parte. Risultato? Continuano i raid e vandali col pennarello si fanno beffe del bene comune. E del Comune. La sindaca Mancinelli qualche mese fa li ha presi verbalmente a scoppoloni, come ama dire lei nello slang anconetano, definendoli “sfigati”. Ma quelli fanno spallucce. «Cancellare il brutto costa tempo e denaro: chi sporca e danneggia la città non è un furbo o un audace, è un poveretto, uno sfigato che fa del male agli altri e a se stesso», aveva tuonato Mancinelli. L’amministrazione comunale a novembre 2021 aveva anche fatto una botta di conti: 1.200 euro per ogni dedica d’amore, ghirigoro o disegno osceno. Ancora più osceno che non paghino i responsabili. Ma tanto quelli sono incorreggibili, e impuniti.

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