Ancona, il vescovo Angelo Spina va in Amazzonia: «C’è tanto da imparare da questa gente»

Il vescovo di Ancona va in Amazzonia: «C’è tanto da imparare da questa gente»
Il vescovo di Ancona va in Amazzonia: «C’è tanto da imparare da questa gente»
di Roberto Senigalliesi
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Giovedì 5 Gennaio 2023, 20:26

ANCONA - Un modo diverso e originale per aprire l’anno. Un’esperienza formativa dal punto di vista religioso e umano. Nel solco della fratellanza. E’ quella che sta vivendo da un paio di giorni una delegazione della Diocesi di Ancona- Osimo in Amazzonia, a suggello di un gemellaggio con la Diocesi dell’Alto Solimões, che ha avuto inizio nel 2019. Il gruppo è guidato dall’arcivescovo Angelo Spina ed è composto dal direttore della Caritas Diocesana Ancona-Osimo Simone Breccia, dal direttore del Centro Missionario Alessandro Andreoli, da don Lorenzo Rossini, vice parroco di Camerano e direttore dell’ufficio liturgico della Diocesi e dai seminaristi Luigi, Pietro e Jacopo. 

 
L’accoglienza


Dopo due giorni di viaggio, prima sosta a Bogotà, il gruppo è arrivato all’aeroporto di Tabatinga, sede della Diocesi brasiliana, accolto dal vescovo della Diocesi dell’Alto Solimões monsignor Adolfo Zon Pereira. Una Diocesi situata nella triplice frontiera tra Brasile, Colombia, Perù e che si estende per ben 131mila km quadrati, con pochi sacerdoti, tra cui alcuni padri missionari Saveriani, in cui si sfidano le grandi distanze, con le comunicazioni che avvengono via fiume e sono difficili. Oltre alle sfide sociali, come il traffico di droga, la tratta delle donne, la violenza e lo sfruttamento delle persone. Un territorio con vari popoli indigeni, etnie differenti e tantissime religioni. «Abbiamo tanto da imparare da questa gente – afferma il vescovo globetrotter Angelo Spina, entusiasta per questa esperienza che si protrarrà per 15 giorni -. Non riguarda solo l’aspetto economico, visto che sosteniamo le spese per la formazione sacerdotale di tre seminaristi dell’Alto Solimões presso l’lstituto Teologico di Manaus, ma significa incontro, conoscenza, preghiera reciproca e scambi spirituali. Anche noi, nelle nostre 72 parrocchie della Diocesi abbiamo carenza di sacerdoti, molti dei quali anziani. Edanche noi viviamo l’incontro ed il confronto con popoli ed etnie diverse, ben 101 con tante religioni. Dobbiamo imparare ad accogliere queste persone, per essere fratelli. L’Amazzonia ci aiuterà ad aprire la mente e i cuori». 
Davanti agli occhi dei componenti del gruppo sono passate le immagini di un paesaggio tipico di una periferia con strade dissestate, buche e dossi, case più o meno fatiscenti, baracche, bar e negozietti, motorini che sfrecciano, gente in movimento, cani e gatti randagi alla ricerca di cibo, tanti bambini a giocare lungo la via, davanti alle case e dietro al Vescovado.

Sulle rive del fiume, una favela. «Abbiamo visitato il Centro Pastorale e le diverse chiese presenti nel territorio di Tabatinga- dice mons Spina -. Situate in una periferia con forte disagio sociale. Poi nella chiesa cattedrale la preghiera alla Madonna fatta dai bambini accompagnati dai genitori e la S. Messa». 

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