ANCONA - I vandali non si fermano più. Dopo il centro commerciale viola di Torrette, il parco Gabbiano e l’area verde di via Ginelli, i teppisti hanno preso di mira il giardino della Lunetta di Santo Stefano. Panchine e tavolini in legno sono stati divelti: sradicati da terra e gettati con spregio sul prato del parco di via Circonvallazione.
Il riscontro
La scoperta dei danneggiamenti risale allo scorso sabato. È probabile che il raid sia avvenuto di notte, considerando la frequentazione dell’area, molto battuta dai residenti (soprattutto dai proprietari di cani) della zona del Pincio e di via Santo Stefano.
I precedenti
Andando a ritroso, le ultime segnalazioni sono arrivate dalle scorribande registrate nel centro commerciale di via Conca. L’ultima moda folle dei vandali arriva direttamente dall’ultimo piano dell’edificio, dove si divertono a lanciare nel parcheggio le mattonelle divelte della pavimentazione. Un gioco stupido e pericoloso, con la colonna sonora delle urla che risuonano fino a tarda notte. Per la disperazione dei residenti del quartiere. A metà settembre, gli incivili avevano colpito al parco Gabbiano di Torrette e all’area verde di via Ginelli, alla Baraccola. Al parco di via Ginelli, che si collega all’area verde dell’Istvas, i ragazzini terribili hanno danneggiato le altalene e gli altri giochi dedicati ai bambini, che sono stati transennati per evitare che qualcuno si faccia male. Erano stati installati appena un anno fa nell’ambito di un progetto di riqualificazione voluto dal Comune. Al parco Gabbiano, i bulli si sono accaniti di nuovo contro la toilette, su cui già campeggiava un cartello di “guasto per atti vandalici”. Il lavandino è stato preso a sassate, così come gli altri servizi. Sono state fatte a pezzi pure le luci d’emergenza. La devastazione dei parchi sembra essere un’emergenza senza fine. A fine agosto, l’accanimento era partito contro il parco Fiorani di Posatora. I bulletti si erano divertiti ad accendere un falò di notte, proprio sotto i seggiolini dell’altalena dei bambini. Per appiccare più agevolmente il fuoco, avevano svuotato i cestini dell’immondizia, dando alle fiamme delle cartacce, servendosi di accendini. Un gioco stupido e pericolosissimo perché lì a due passi ci sono alberi, siepi e arbusti secchi.