Tarocchi, feeling e poi i litigi
Lo stalking del cartomante

Tarocchi, feeling e poi i litigi Lo stalking del cartomante
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Sabato 8 Ottobre 2016, 05:45
ANCONA - «I maghi brasiliani ti hanno letto nel pensiero e prevedono un futuro roseo per noi due. Fidati della loro magia e delle mie carte». Davanti al presunto potere del cosmo, una donna di 45 anni non ha potuto far altro che cedere alla strampalata quanto inusuale dichiarazione d’amore di quello che oggi è il suo ex compagno. Un cartomante della Vallesina di 55 anni che la donna ha voluto portare in tribunale dopo la fine della loro relazione. L’uomo, che deve rispondere dell’accusa di stalking, avrebbe perseguitato per oltre un anno la ex, praticandole anche - secondo la vittima - una fattura che le avrebbe scatenato contro il malocchio. Pura magia nera che avrebbe dovuto rendere la vita impossibile anche alle persone a lei vicine. I fatti si sono svolti in un paese della Vallesina, a partire dal 2013. Ieri, la vittima, che si è costituita parte civile al processo, ha raccontato davanti al giudice le tappe della relazione avuta con l’imputato, difeso dall’avvocato Paolo Mengoni. «L’ho conosciuto nel 2006 - ha detto - quando faceva le carte per mia sorella.

Una volta, ha utilizzato i tarocchi per scavare nella mia vita e ha scoperto che non stavo passando un bel periodo». A quel tempo, la 45enne stava affrontando la separazione dal marito. Dopo aver fatto breccia nel cuore della donna puntando sul potere della cartomanzia, lui l’avrebbe convinta ad iniziare una relazione. Le cose, però, fin da subito non sarebbero filate lisce. Con lei titubante, il 55enne avrebbe sfoderato la carta vincente, quella dei maghi brasiliani che leggono nel pensiero. «Gli avevano riportato che per noi ci sarebbe stato un futuro bellissimo». E così, la convivenza. Il capolinea nel 2013 dopo la nascita di un bimbo. Per l’accusa, dopo la fine del rapporto, l’uomo avrebbe iniziato a perseguitarla con chiamate e sms continui. In un messaggio, le avrebbe anche lanciato il malocchio: «Vedrai che ti succederà il 104» le avrebbe scritto a ripetizione. La vittima scoprì il significato della frase in un momento successivo. In pratica, il 104 rappresentava il numero di persone a lei vicine che sarebbero dovute incappare in disgrazie inaudite. L’imputato rigetta ogni contestazione mossa dalla procura. Sentenza il 2 febbraio.
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