Arrivano i primi profughi dall’Ucraina, ecco dove vengono accolti. Farmaci e cibo in viaggio verso il confine

Arrivano i primi profughi dall’Ucraina, ecco dove vengono accolti. Farmaci e cibo in viaggio verso il confine
Arrivano i primi profughi dall’Ucraina, ecco dove vengono accolti. Farmaci e cibo in viaggio verso il confine
di Andrea Maccarone
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Mercoledì 2 Marzo 2022, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 08:19

ANCONA - Partiti i primi carichi della solidarietà alla volta del confine polacco con l’Ucraina, mentre già oggi dovrebbero arrivare i primi profughi in fuga dalla guerra. Ne erano attesi ad esempio 12 già per la scorsa notte a Filottrano - quattro donne e 8 bambini - ma è probabile che siano solo le avanguardie di un afflusso molto più nutrito. La parrocchia filottranese di Santa Maria Assunta, che si è adoperata per l’accoglienza, stava raccogliendo pannolini per bambini e altri generi di conforto.

Le prime accoglienze di profughi ucraini al momento sono il frutto appunto di meritorie iniziative delle singole associazioni di volontariato o parrocchie, non di un trasferimento organizzato. La Prefettura di Ancona comunque è pronta ad accogliere profughi, in segno di solidarietà ad una comunità ucraina che conta 3mila persone in provincia e 700 nel capoluogo, e ha recepito la direttiva ministeriale che, oltre al rafforzamento della rete di accoglienza degli stranieri, prevede che i rifugiati dall’Ucraina vengano ospitati nei Centri assistenza straordinari, anche senza aver presentato richiesta di protezione internazionale. 
Intanto sono in strada da ieri, attesi da un viaggio di 16 ore. i quattro furgoni contenenti aiuti umanitari inviati da Ancona, Falconara e Senigallia. Poi, una volta raggiunto il punto di smistamento, torneranno nei centri raccolta per dare il cambio agli altri autisti che effettueranno un nuovo trasporto. L’organizzazione messa in campo dalla Comunità Ucraina nelle Marche lavora senza sosta per portare beni di prima necessità ai connazionali sotto le bombe. 


I punti di raccolta
Nella provincia di Ancona sono quattro i punti di raccolta per l’invio di aiuti umanitari: Ancona, Jesi, Falconara e Senigallia. Per ciascuno la Comunità ucraina ha individuato un referente per il coordinamento delle attività. Olena Tymchenko, 54 anni, dipendente del tribunale di Ancona in qualità di interprete e traduttore, è originaria di Kiev. Da 27 anni vive a Senigallia dove sta gestendo le operazioni di raccolta beni di prima necessità. «Servono prima di tutto medicinali e medicamenti - spiega Olena - anticoagulanti, antidolorifici, garze, cerotti. E poi il cibo, in particolare alimenti in scatola». Ogni giorno arrivano scatoloni pieni di prodotti di ogni genere: anche vestiti, coperte, pannolini per i bambini. «Siamo veramente commossi dalla solidarietà che stiamo ricevendo» dice Petro, operaio di 53 anni, originario di Ivano-Frankivs’k e ad Ancona dal 2003. «Dobbiamo fare più in fretta possibile» ribatte Yaroslav, metalmeccanico di 43 anni, nato a Leopoli e in Italia dal 2002. 
La Comunità ucraina marchigiana l’ha incaricato di seguire le operazioni del centro raccolta di Falconara. «Nelle città dove si combatte non ci sono farmacie aperte - spiega Yaroslav - e il cibo scarseggia ovunque».

Per ogni furgone che parte servono mille euro. «Per ora i soldi li mettiamo noi - continua Yaroslav - ma speriamo che qualcuno ci dia una mano anche con i costi». 


La paura 
La paura per l’incolumità di amici e parenti è un sentimento costante. «Stavo parlando al telefono con mia sorella che si trova Ivano Frankivs’k - racconta Petro - quando ad un certo punto si sono sentite le sirene. Abbiamo interrotto la telefonata perché è dovuta scappare». Per tutti gli ucraini in Italia, la loro vita oggi è qua. Ma il cuore batte al di là del confine. «La prima notte di guerra mi hanno portato in ospedale - racconta Olena mentre la voce le si incrina - ho avuto un attacco di panico. Mi è schizzata la pressione alle stelle».

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