Gli studenti anconetani: «In aula senza mascherina? È come essersi tolti il gesso, dobbiamo riabituarci alla normalità»

Gli studenti anconetani: «In aula senza mascherina? È come essersi tolti il gesso, dobbiamo riabituarci alla normalità»
Gli studenti anconetani: «In aula senza mascherina? È come essersi tolti il gesso, dobbiamo riabituarci alla normalità»
di Michele Rocchetti
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Giovedì 15 Settembre 2022, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 15:48

ANCONA -  Baci, abbracci e sorrisi. Da quanto tempo mancavano. Ieri per gli studenti degli istituti superiori di Ancona è stato il primo giorno di scuola. Il primo dopo due anni senza restrizioni legate al Covid. E così, all’entrata e all’uscita, i ragazzi sono tornati a formare capannelli, ridere, scherzare, darsi pacche sulle spalle e spintonarsi giocosamente. «Tutto questo ci mancava – dichiara Giulia Tuccella del Savoia Benincasa -, non vedevamo l’ora di tornare alla normalità. Anche perché avere sempre addosso gli occhi di bidelli e professori che ti dicono questo non si può fare, quest’altro neppure, è un stress enorme». In più si stava quasi sempre confinati in aula. 

 
La socialità


«È bello poter interagire di nuovo con tutti, anche coi ragazzi delle altre classi – dice Vanessa Mazzuchelli, anche lei del Savoia Benincasa -. Fino all’anno scorso andare in giro per i corridoi durante la ricreazione era una cosa impensabile». Ancor più se si pensa che oggi è possibile farlo senza dover indossare la mascherina. «A parte che oggi (ieri, ndr) faceva un gran caldo e con le mascherine ci saremmo trovati in difficoltà– osserva Agnese Ladisa, compagna di classe delle altre due -, ma soprattutto è stato emozionante rivedere finalmente i volti dei nostri compagni». Dei compagni ma anche dei professori. «Alcuni di loro solo adesso iniziamo a conoscerli veramente – riferisce Giulia, che frequenta il quinto -. La professoressa di matematica, ad esempio, l’abbiamo cambiata in terzo e prima di oggi l’avevamo vista in faccia soltanto dallo schermo del computer. Senza poi contare che fare le verifiche indossando le mascherine era davvero pesante». 
A proposito di verifiche, dopo due anni viene abolita, se non in casi eccezionali, l’utilizzo della didattica a distanza, che tanti problemi aveva creato soprattutto a chi doveva affrontare l’esame di maturità. «Inutile negarlo, con la Dad si studiava meno – ammette Giulia -, ma questo poi ti si ritorceva contro». «Se segui le lezioni dal divano di casa non puoi essere concentrato – sostiene Vanessa -, invece anche il semplice fatto di doverti vestire per andare a scuola ti fa accendere il cervello».

Inoltre la presenza in aula consente di esercitarsi nei compiti scritti. «Cosa che quest’anno è fondamentale – sottolinea Agnese -, visto che alla maturità torneranno i commissari esterni».


La similitudine


La gioia di rivedersi, e per davvero, è esplosa anche all’istituto superiore Podesti-Calzecchi Onesti. Perfetta la similitudine di Giacomo Barghini per rappresentare lo stupore della fine delle mascherine: «È come se porti per tanto tempo il gesso, poi te lo togli e devi riabituarti a muovere il braccio. Ecco, non eravamo più abituati a vedere i volti degli altri. Addirittura - continua Giacomo - ci sono alcuni professori che senza la mascherina non li abbiamo mai visti. Ci dobbiamo tutti riassestare, rientrare in classe è stato strano ma per quest’anno siamo pieni di speranze. È iniziato il quinto, so già che la mia classe, quando tutto finirà, mi mancherà molto». 


Le restrizioni


I compagni di classe di Giacomo sono Mattia Vitaloni e Sabrina Todisco, entrambi rappresentanti di istituto. I due studenti sono anche vicini di banco e, finalmente, dopo due anni di lontananza, sono tornati a stare gomito a gomito: «Possiamo tornare finalmente a darci fastidio - scherzano i due ragazzi -, questo aspetto di normalità ci è mancato davvero tanto». Il periodo più duro? «Quello del lockdown e la Dad - ricorda Sabrina - in quei contesti, quando siamo stati reclusi, abbiamo sofferto tanto».
«Per noi - le parole di Mattia - questo è un nuovo inizio, mi ha fatto strano vedere il volto dei prof e degli altri studenti senza la mascherina. Alcuni non li avevo neanche riconosciuti».

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