Tamberi è testimonial del Natale di Pesaro. E la sua città rimane a guardare: «Ancona dov'è il tuo glamour?»

Tamberi è testimonial del Natale di Pesaro. E la sua città rimane a guardare: «Ancona dov'è il tuo glamour?»
Tamberi è testimonial del Natale di Pesaro. E la sua città rimane a guardare: «Ancona dov'è il tuo glamour?»
di Andrea Maccarone
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Domenica 20 Novembre 2022, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 18:12

ANCONA -  Per il secondo anno consecutivo Gianmarco Tamberi sarà il testimonial del Natale pesarese. Ancona, la sua città, lo osserva mentre lui, il campione di casa, presta la sua immagine per i cugini più a nord. E il piccolo campanilismo di provincia rosica un po’. Ma «il business non ha sentimenti», dice il presidente di Confindustria Ancona, Pierluigi Bocchini.

Ma vederlo promuovere un territorio che non è il suo ha fatto sussultare il cuore di molti concittadini. «Ma figuriamoci - lo difende a spada tratta Fabio Sturani, già presidente del Coni regionale e uomo di sport -, Tamberi è un patrimonio nazionale, anzi mondiale.

Resterà sempre legato alla sua città, dove si allena ogni giorno».


Il precedente al palas


Del Palaindoor aveva detto che era troppo freddo e che avrebbe potuto mettere a rischio i mondiali a Belgrado. «Tutti i giorni si allena al Palaindoor - replica Sturani -, non direi proprio che stia snobbando Ancona». Certo, la storia del testimonial del Natale pesarese è una questione commerciale. Quando uno sportivo raggiunge il tetto del mondo, le proposte di partnership arrivano a pioggia. «E che doveva fare? Non accettare? - si chiede Alberto Rossi, Ad di Adria Ferries e velista - Tamberi è un grande sportivo e un motivo di grande orgoglio per il territorio. La scelta di fare da testimonial per un’altra città non mette assolutamente in discussione il suo valore sportivo». Per carità, quello sportivo no di certo. 


Affari non di cuore 


Ma quello umano e affettivo? «Stiamo parlando di business. Non di sentimenti - rimarca Bocchini - Tamberi giustamente va dove lo pagano». Ribaltiamo il punto di vista: Ancona avrebbe dovuto mettere sul piatto un’offerta migliore per tenerselo stretto? «Questo ragionamento potrebbe stare in piedi laddove la città avesse cercato un testimonial - puntualizza Rossi -, allora si sarebbe puntato su un qualche nome locale. E Tamberi sarebbe stata la figura più azzeccata». Il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, ha dimostrato di avere una visione che i professionisti del settore definirebbero marketing oriented. «Un’attitudine ancora latente ad Ancona sotto il profilo turistico - afferma Michele Bernetti, titolare del Grand Hotel Palace e dell’azienda vinicola Umani Ronchi -. Una delle tante leve che si utilizza nel marketing turistico è quella del testimonial. C’è chi ci punta, e chi no. Ma alla base deve esserci un piano di sviluppo turistico che qui, onestamente, fatichiamo a vedere». 
Dunque la scelta di Tamberi non si discute. Le strategie di marketing, invece, sì. «Leggo di Camden Town, progetti bizzarri e fantasiosi e proiezioni su città come Londra che vivono realtà diverse. Ma non leggo di un progetto di rilancio del porto, di flussi turistici e di valorizzazione dei monumenti» insiste il presidente di Confindustria Ancona. «A volte creiamo dei contenitori a livello istituzionale, enti che devono fare progetti. Ma se non c’è un coinvolgimento del territorio che parta dalla base, non si riesce a cavare un ragno dal buco - rimarca Bernetti -, perché nulla può essere imposto dall’altro. Pesaro sta puntando sul brand Capitale della cultura 2024. A quanto pare ci sta riuscendo bene. Ci sta che si scelga un testimonial».

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