«Tac al pronto soccorso entro giugno
ma servono rinforzi per il personale»

«Tac al pronto soccorso entro giugno ma servono rinforzi per il personale»
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Sabato 1 Dicembre 2018, 07:10
SENIGALLIA - La Tac del pronto soccorso arriverà nel primo semestre 2019, resta invece carente il personale in vari reparti. A fare il punto in Consiglio l’assessore alla Sanità, Carlo Girolametti, in risposta ad un’interrogazione della grillina Elisabetta Palma. «Per quanto riguarda le nuove Tac – ha detto Girolametti – abbiamo avuto la disponibilità, la garanzia no è una parola un po’ grossa, ma l’impegno da parte del direttore dell’Area vasta ad aver quella del pronto soccorso nel primo semestre dell’anno nuovo ed entro il 2019 anche l’altra. Con due nuove Tac, la risonanza magnetica che è una delle migliori della Marche, direi che ci mancherebbe solo qualche operatore in più». Una situazione cronica quella della carenza di personale in vari reparti. «Tra il 18 e il 19 dicembre ci sarà il concorso per i medici gastroenterologi – ha aggiunto – quindi spero possano arrivare i due attesi per il reparto di Senigallia». Infine per salvare l’Utic ha ricordato che l’impegno era stato preso. «Non mi risultano ancora atti formali – ha spiegato – ma essendo stato votato dalla Giunta è comunque un atto vincolante che spero presto verrà formalizzato».

In merito alla carenza di personale dal Comitato per la difesa dell’ospedale puntano invece l’attenzione sul pronto soccorso. «Sorge la necessità di un triage che abbia la possibilità di indirizzare i codici bianchi e verdi in sedi opportune – scrivono in una nota diramata ieri - e comunque fuori dalla struttura al fine di non ingolfarla. Occorre indirizzare questi pazienti in altri ambulatori, gestiti e organizzati dai medici di famiglia e supportati da infermieri». Necessità che deriva anche dal fatto che oggi sembra diventato spesso impossibile trovare qualcuno per un’iniezione o per una medicazione complessa. «L’infermiere di famiglia – prosegue il comitato - sarà la persona giusta alla quale rivolgersi 24 ore su 24, sempre in collaborazione con il medico responsabile. È una proposta che riporterebbe l’assistenza sanitaria ai territori e contribuirebbe anche a ridurre gli accessi al pronto soccorso e le degenze ospedaliere».
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