ANCONA - Aveva ancora tanti progetti di vita, Roberto Liviabella. Sono naufragati con la sua ultima immersione al Passetto, dalla quale non ha più fatto ritorno. Andava a pesca di raguse, l’operaio 61enne. Si era tuffato attorno alle 11,30 di domenica, dopo oltre 10 ore i sommozzatori dei vigili del fuoco l’hanno ritrovato senza vita in mare, a circa 6 metri dalla sua grotta. Ad aspettarlo invano, a riva, c’era la moglie Anna Maria.
Il ricordo
«Sono disperata», piange la donna, che agli amici ha raccontato gli ultimi momenti trascorsi con il marito. «Ho aiutato Roberto a mettersi la muta e ad allacciare l’equipaggiamento con cui era solito immergersi.
Le indagini
La salma si trova all’obitorio di Torrette a disposizione della procura che oggi dovrebbe disporre l’autopsia per chiarire le cause della morte. Due le ipotesi: un malore o un avvelenamento dovuto a un difetto della bombola. Per questo tutta l’attrezzatura da sub - incluse le zavorre che hanno trascinato in fondo al mare il 61enne - è stata sequestrata dalla Capitaneria di porto in attesa che la magistratura disponga gli accertamenti tecnici, con i quali si indagherà anche sulla qualità dell’ossigeno presente nell’unica bombola con cui Liviabella si era tuffato per andare a raccogliere le raguse.