ANCONA Dodici anni di reclusione. È questa la pena richiesta dalla procura per Riccardo Marchi, 24enne bolognese collocato dagli inquirenti a Corinaldo nella notte dell’8 dicembre 2018 come affiliato dei sei della Bassa Modenese (un settimo ragazzo è morto in un incidente stradale durante le indagini), condannati in via definitiva a 70 anni complessivi di carcere per la tragedia che portò, oltre a scippi e rapine all’interno del locale, alla morte di sei persone e al ferimento di altre duecento. La richiesta della pena è arrivata ieri mattina davanti al gup Francesca De Palma al termine di una lunghissima requisitoria e dopo la decisione della difesa di procedere con il rito abbreviato. Non c’è stata sentenza: il giudice di esprimerà il 22 maggio, dopo le eventuali repliche delle parti. Marchi, rimasto sempre indagato a piede libero, non era presente in aula. C’era il suo difensore, l’avvocato bolognese Cristiano Prestinenzi.
Le accuse
I pm Valentina Bavai e Paolo Gubinelli hanno chiesto la condanna per tutti i reati contestati al 24enne: omicidio preterintenzionale, lesioni personali, un episodio di furto e un altro sfociato in rapina all’interno della Lanterna Azzurra.
La difesa
Marchi, che si adopera con lavoretti saltuari, ha sempre negato di essere alla Lanterna nella notte della tragedia. «Non c’era a Corinaldo quella sera, la sua presenza lì non emerge nemmeno dai tabulati telefonici» è la tesi difensiva, riportata anche ieri durante l’arringa.
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