Stipendi da fame, pressioni e molestie
Il sondaggio: stagionali come gli schiavi

Stipendi da fame, pressioni e molestie Il sondaggio: stagionali come gli schiavi
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Domenica 21 Luglio 2019, 05:50
SENIGALLIA - Pubblicati dall’Osservatorio sul lavoro di Senigallia i risultati di un’indagine condotta tra gli stagionali della scorsa estate. Il 3% ha dichiarato di aver lavorato per meno di 3 euro all’ora. Lo studio presenta uno spaccato, in casi estremi, dove il precariato lascia spazio allo sfruttamento. Emergono inoltre situazioni ben più gravi. 

 

Il 33,8% subisce pressioni psicologiche sul posto di lavoro, il 18,2% aggressività e insulti dai superiori, il 14,3% interferenze nella vita privata, il 10,4% molestie sessuali, il 3,9% discriminazioni sessuali e il 2,6% discriminazioni razziali. Condizioni che andrebbero denunciate ma che, per non perdere il lavoro, vengono sottaciute e sopportate. «Riteniamo che tali comportamenti debbano essere segnalati qualora si presentino – si legge nel report - perché un lavoratore, pur essendo stagionale, ha il diritto di essere trattato con diligenza e rispetto». 

Un’indagine che va a confermare quanto già dichiarato dalla Cgil nei giorni scorsi, ossia che il caso della 20enne pagata 2,50 non era affatto isolato. Con un questionario da consegnare in forma anonima, gli stagionali hanno raccontato la propria esperienza. Il campione raccolto non ha una valenza assoluta ma è indicativo della situazione. Il campione analizzato è formato da 77 persone di cui 42 uomini, il 54,5%, e 35 donne, il 45,5%, di età compresa tra i 19 e i 24 anni per il 33,8%, tra i 25 e i 29 anni per il 24,7% e tra i 35 e i 44 anni per il 18,2%. Il resto ha oltre 45 anni. Il 61% del lavoro stagionale riguarda la ristorazione, il 18,2% il settore balneare, il 15,6% strutture ricettive, il 3,9% negozi e supermercati e l’1,3% in altri settori. 

Nella stagione 2018 il 18,2% degli intervistati ha lavorato per la prima volta. Per il 77,9% il lavoro stagionale è la principale fonte di reddito. Il 32,5% viene pagato in nero e solo il 63,6% ha un contratto. Il 44.4% ha lavorato tra le 8 e le 12 ore giornaliere e il 9.5% più di 12 ore. Il 36,4% ha percepito tra i 5 e i 7 euro l’ora; il 27,3% tra i 3 e i 5 euro e il 3% ha lavorato per meno di 3 euro all’ora. 

«In sostanza la paga reale percepita dal lavoratore in base alle ore effettive è molto inferiore rispetto alla paga stabilita da contratto nella maggior parte dei casi – si legge nella presentazione dello studio -. Per il 49.4% il datore di lavoro versa regolarmente i contributi dovuti all’Inps mentre il 19.5% no, ma è preoccupante il fatto che 31.2% degli intervistati dichiara di non averlo mai chiesto». Un nuovo questionario verrà pubblicato al termine della stagione 2019. Una situazione, quella descritta, che non ha lasciato indifferente Potere al popolo. «Non possiamo che auspicare – scrivono in una nota - che anche a Senigallia si avvii una presa di posizione da parte di chi ogni estate si vede costretto ad accettare condizioni di iper-sfruttamento, retribuzioni da fame e turni massacranti, assicurando come Potere al Popolo tutto il supporto politico e organizzativo necessario».
 
Tra i numerosi interventi sul caso della 20enne, pagata 2,50 euro all’ora, invece ha preso posizione anche la consigliera provinciale di Parità, chiedendo di denunciare. «Esistono sul territorio delle figure istituzionali preposte al contrasto delle discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro – spiega Pina Ferraro Fazio -. Pubblici ufficiali nominati dal Ministero del lavoro con funzioni di garanzia e di vigilanza. Usiamoli e diffondiamo le informazioni tra quanti possono essere interessati. È un fenomeno diffuso e molto presente».
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