ANCONA - «Ho perso la libertà quando avevo 16 anni e l’ho riconquistata a 49, quando il mio stalker è stato finalmente arrestato dai carabinieri». Una persecuzione durata più di tre decenni quella subita da una falconarese, costretta a fare i conti con un uomo - falegname di 58 anni - che aveva nutrito nei suoi confronti un’ossessione, forse amorosa. Ossessione che l’avrebbe portato a configurare pedinamenti, appostamenti, minacce e pressioni psicologiche continue.
Il verdetto
Ieri mattina, l’uomo è stato condannato a scontare un anno e otto mesi di reclusione, in abbreviato.
Le accuse
Stando a quanto contestato, il falegname avrebbe messo a punto tutte quelle persecuzioni tipiche dello stalker. «Si arrampicava sul tetto di casa in continuazione. Una notte ho aperto la finestra e l’ho trovato con un fucile in mano, puntato verso di me. Si è poi scoperto che era un’arma giocattolo, ma in quel momento ho avuto paura». Attraverso profili fake, sempre secondo la procura, l’imputato avrebbe lanciato frasi denigratorie e offensive contro la vittima. Lo stesso tenore sarebbe stato impresso su alcuni bigliettini lasciati sulla portiera o sui finestrini dell’auto della donna. E ancora, sempre l’utilizzo dei social: «Lei dovrebbe essere sciolta in 100 litri di acido muriatico». In un video, sequestrato dai carabinieri nel corso dell’arresto, l’imputato avrebbe detto «far saltare in aria» la donna e il suo nuovo compagno. L’imputato è difeso dagli avvocati Marco Pacchiarotti e Loris Casagrande Montesi.