SIROLO - Addio ai pranzi e alle cene cucinati nelle grotte di spiaggia Urbani. Da ieri è calato il sipario su una tradizione che da decenni accompagna i sirolesi. Ricoveri per le imbarcazioni e le attrezzature dei pescatori in origine, accatastati come depositi anche successivamente, nel corso degli anni parte delle grotte scavate nella falesia sono state attrezzate con arredi e cucina, diventando la cornice di banchetti estivi in famiglia e fra amici, nella pittoresca baia a mezzaluna storicamente frequentata dalle famiglie del posto.
La tradizione
Una abitudine ormai da tempo consolidata che tuttavia costituisce una violazione urbanistica per via della diversa destinazione d’uso. E soprattutto una prassi che potrebbe costituire un pericolo per l’incolumità dei bagnanti, secondo i vigili del fuoco intervenuti due settimane fa per sedare un principio di incendio scaturito proprio dalla bombola a gas che alimenta la cucina di uno dei capanni vicini allo stabilimento “Da Arturo”.
La segnalazione dei pompieri, redatta successivamente al soccorso e da prassi inoltrata sia al Comune di Sirolo, per gli accertamenti di competenza, che per conoscenza alla Prefettura di Ancona quale organo governativo presente sul territorio, ha dato il via ai primi controlli che ieri mattina hanno portato gli agenti della Polizia Locale a verificare sul posto l’eventuale presenza di bombole nelle grotte. Il 19 agosto, con la spiaggia affollatissima e le strutture ricettive piene per le vacanze di Ferragosto, era stato il distacco del tubo di collegamento tra la bombola e il fornello a provocare la fuoriuscita di gas e la fiammata.
La procedura
Un atto dovuto, all’interno dell’iter burocratico messo in moto dalla segnalazione dei pompieri, che non ha mancato di suscitare disappunto e malcontento tra i titolari delle concessioni, per alcuni dei quali la problematica andava gestita differentemente e con altre tempistiche dall’Amministrazione.
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