Fine di pranzi e cene nelle grotte, stop pericoli alla spiaggia Urbani: blitz della polizia locale

Fine di pranzi e cene nelle grotte, stop pericoli alla spiaggia Urbani: blitz della polizia locale
Fine di pranzi e cene nelle grotte, stop pericoli alla spiaggia Urbani: blitz della polizia locale
di Arianna Carini
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Martedì 31 Agosto 2021, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 09:37

SIROLO - Addio ai pranzi e alle cene cucinati nelle grotte di spiaggia Urbani. Da ieri è calato il sipario su una tradizione che da decenni accompagna i sirolesi. Ricoveri per le imbarcazioni e le attrezzature dei pescatori in origine, accatastati come depositi anche successivamente, nel corso degli anni parte delle grotte scavate nella falesia sono state attrezzate con arredi e cucina, diventando la cornice di banchetti estivi in famiglia e fra amici, nella pittoresca baia a mezzaluna storicamente frequentata dalle famiglie del posto. 


La tradizione
Una abitudine ormai da tempo consolidata che tuttavia costituisce una violazione urbanistica per via della diversa destinazione d’uso. E soprattutto una prassi che potrebbe costituire un pericolo per l’incolumità dei bagnanti, secondo i vigili del fuoco intervenuti due settimane fa per sedare un principio di incendio scaturito proprio dalla bombola a gas che alimenta la cucina di uno dei capanni vicini allo stabilimento “Da Arturo”. 
La segnalazione dei pompieri, redatta successivamente al soccorso e da prassi inoltrata sia al Comune di Sirolo, per gli accertamenti di competenza, che per conoscenza alla Prefettura di Ancona quale organo governativo presente sul territorio, ha dato il via ai primi controlli che ieri mattina hanno portato gli agenti della Polizia Locale a verificare sul posto l’eventuale presenza di bombole nelle grotte. Il 19 agosto, con la spiaggia affollatissima e le strutture ricettive piene per le vacanze di Ferragosto, era stato il distacco del tubo di collegamento tra la bombola e il fornello a provocare la fuoriuscita di gas e la fiammata.

Appena scattato l’allarme, il personale degli stabilimenti balneari era subito intervenuto con gli estintori per circoscrivere l’incendio ed evitare che le fiamme si diffondessero, lambendo sdraio e ombrelloni, a distanza ravvicinata dal luogo dell’incendio. C’erano stati momenti di apprensione tra i turisti alla vista del fumo nero che fuoriusciva dalla struttura. I timori tra le tante persone che si trovavano in spiaggia erano aumentati all’arrivo a sirene spiegate di una squadra dei vigili del fuoco antincendio boschivi. Dopo le operazioni di bonifica, la situazione era comunque tornata in breve tempo alla normalità: i danni erano rimasti limitati all’interno del capanno, con qualche parete annerita, e per fortuna non c’erano stati intossicati, né feriti. L’incidente, avvenuto a circa un anno di distanza da quello in cui era rimasto gravemente ustionato lo chef di un ristorante della baia, sempre a causa di una fuga di gas da una tubatura che collega le bombole al piano cottura, ha imposto ai vigili del fuoco di comunicare alle autorità competenti, Amministrazione comunale e Prefettura, la necessità di svolgere accertamenti per sanare abusi e prevenire ulteriori pericoli. 


La procedura
Un atto dovuto, all’interno dell’iter burocratico messo in moto dalla segnalazione dei pompieri, che non ha mancato di suscitare disappunto e malcontento tra i titolari delle concessioni, per alcuni dei quali la problematica andava gestita differentemente e con altre tempistiche dall’Amministrazione. 

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