SIROLO - Il Comune sporge querela per diffamazione sui social. Un atto formale nei confronti di ignoti. Oggetto della contestazione una “cartolina” pubblicata su Facebook che accosta l’immagine della piazza di Sirolo a Corleone. Ovvero il Comune dell’entroterra della provincia di Palermo conosciuto per le sue gole e cascate, per le numerose chiese e l’architettura barocca, ma anche per aver dato i natali ad uno dei più influenti clan di Cosa nostra.
Non l’ha presa bene il sindaco Filippo Moschella, sirolese di adozione ma siciliano d’origine.
La querelle, però, non riguarderebbe soltanto il primo cittadino ed il suo esecutivo, direttamente coinvolti dall’associazione di immagini, nomi, ruoli fiduciari ed informazioni di pubblico dominio. Per il Comune rivierasco, infatti, «sussiste anche un danno all’immagine di Sirolo». Un pregiudizio, che ora spetterà alla legge appurare, «causato dalla pubblicazione e diffusione del post» in considerazione della «idoneità di Facebook di determinare un’ampia possibilità di circolazione del commento tra un gruppo di persone aperto e indeterminato, così come stabilito anche da una sentenza della Corte di Cassazione». Da qui la decisione, ieri, dopo un confronto sulle motivazioni con la giunta, di ricorrere alle vie legali al fine di risalire all’autore del post e valutare eventuali altre azioni.
Alla denuncia è stato allegato anche lo screenshoot, ovvero la fotografia dello schermo non divulgata altrove per esigenze connesse al segreto istruttorio, della pagina virtuale dove è apparsa l’immagine contestata con i relativi commenti in calce. «Sono molto dispiaciuto per la pubblicazione del post, anche se è stato rimosso dopo poche ore dalla pubblicazione - afferma il sindaco di Sirolo Filippo Moschella – perché l’amministrazione sta lavorando per il benessere e a tutela di tutti i sirolesi».
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