Valeria Mancinelli: «Datemi altri
cinque anni e trasformerò Ancona»

Valeria Mancinelli: «Datemi altri cinque anni e trasformerò Ancona»
di Lorenzo Sconocchini e Massimiliano Petrilli
7 Minuti di Lettura
Sabato 23 Dicembre 2017, 18:24
ANCONA - «Datemi altri cinque anni di fiducia e vedrete come trasformerò Ancona». Valeria Mancinelli è soddisfatta del 2017 della sua amministrazione comunale, al punto da credere che i tanti cantieri conclusi o avviati e i progetti per i quali negli ultimi due mesi ha ottenuto 24 milioni di finanziamenti saranno preziose fiches da lanciare sul tavolo verde della campagna elettorale di primavera, dov’è convinta da meritarsi il secondo mandato da sindaco.

Ci sarà qualcosa che la sua amministrazione avrebbe potuto fare meglio...
«Meglio direi di no, forse avrei voluto fare qualcosa di più, dare risposte complete ai cittadini. E se c’è un aspetto su cui vorrei ancora migliorare l’attività del Comune è quello dei tempi: nel pubblico c’è una lentezza tale che a volte per realizzare gli obiettivi si fa una corsa ad ostacoli».

Se davvero gli elettori le concederanno altri cinque anni, indichi tre progetti che conta di avviare e concludere nel prossimo mandato.
«Ne posso indicare molti di più, perché con il bando della Periferia nord abbiamo risorse a disposizione (11,5 milioni di fondi governativi, ndr) per realizzare cinque progetti entro 36 mesi, con tempi contingentati: la riqualificazione dell’ex Dreher alla Palombella e del parco sopra, l’autostazione con parcheggio all’ex Verrocchio, il restyling degli Archi, compresa piazza del Crocifisso e l’ex quartiere Iacp di via Marchetti. Poi il completamento del restauro della Mole, per il quale abbiamo otto milioni, e il progetto Waterfront 3.0. Tutti lavori che saranno completati anche prima del 2023»

Una pioggia di milioni tutta concentrata sul golfo: dal lungomare nord, alla periferia nord, al waterfront. Il resto della città non è trascurato?
«Sono scelte strategiche. Non c’è dubbio che il rapporto fisico tra terra e mare per Ancona è di importanza fondamentale. E la periferia nord era la più degradata, perché porta ancora i segni della grande frana del 1982. Ma questo non significa che altre zone siano trascurate. Al Piano ad esempio faremo il nuovo mercato di piazza D’Armi. Tra febbraio e marzo 2018 poi ecco la gara per la progettazione della nuova sede».

E il mercato delle Erbe?
«Abbiamo già selezionato il possibile partner per la ristrutturazione e gestione del mercato. L’azienda Filotea ha chiesto altro tempo per presentare un progetto e ha altri 50 giorni. Nel frattempo altri tre soggetti, tra cui il gruppo Guidi, hanno annunciato interesse per la concessione. La proposta di Filotea non sarà vincolante, ma il concorso può essere riaperto con un vero bando».

Ancona continua a soffrire per la mancanza di una grande viabilità. Dovremo aspettare almeno cinque anni per l’uscita nord.
«Però si è cambiato passo. Con l’Uscita a Ovest siamo stati praticamente fermi per 13 anni. Dal dicembre 2016, quando il ministro Delrio ha accantonato quel progetto, abbiamo già ottenuto risultati. Entro marzo sarà pronto lo studio di fattibilità dell’Anas per il tracciato che dovrà collegare la Flaminia sul lungomare interrato con la variante. Vuol dire che c’è stata una prima valutazione secondo cui quel tracciato, che il Comune aveva già individuato come ipotesi diversi anni fa, secondo l’Anas può essere realizzato anche se attraversa l’area in frana. Poi ci saranno gli approfondimenti, anche di natura idrogeologica, necessari per arrivare al progetto definitivo. E non dimentichiamoci che l’Anas ha già finanziato il raddoppio della Variante, anche se è stato necessario l’adeguamento di un progetto che risaliva a 18 anni fa».

Intanto la viabilità cittadina soffre e in occasione di eventi particolari il centro viene assediato dalle auto.
«Questo è senz’altro un nodo da risolvere nel prossimo mandato, con l’obiettivo di diminuire gli ingorghi specie nei momenti clou. Per ora abbiamo lanciato un messaggio elementare e forte: venite tutti ad Ancona. E non potevamo chiedere ai visitatori di fermarsi alla Palombella. Ma questo sarà il passaggio successivo, su due livelli: sia promuovendo soluzioni di mobilità alternative, sia con un’azione mirata repressiva per eliminare la sosta selvaggia nelle giornate di eventi. Abbiamo una nuova comandante dei vigili, una donna tosta, avremo sorprese».

Multe a raffica già sotto Natale?
«No, ma il nuovo corso potrebbe partire in occasione di un grande evento che stiamo organizzando per San Valentino, sul tema dell’amore per la propria città».

Progetti di scale mobili e tapis roulant per collegare i parcheggi al centro, modello Perugia?
«Io non mi occupo di soluzioni tecniche, ma se i bus navetta passano ogni 2 minuti anziché 5 sono convinta che il risultato è assicurato».

La galleria San Martino a doppio senso funziona: sarà una soluzione stabile?
«Senza il minimo dubbio».

Piazza della Repubblica potrà mai essere del tutto pedonalizzata?
«È previsto un restyling, ma per togliere le auto bisogna risolvere il problema dei collegamenti con il Guasco. Stiamo studiando soluzioni. Per la metà del 2019 avremo deciso quale sarà la migliore».

Intanto la nuova rotatoria di Torrette crea code. Non era meglio realizzarla insieme ai cavalcavia pedonali per evitare l’effetto tappo del semaforo?
«Sarebbe stato meglio. Ma se non si parte mai, si perde tempo. Entro pochi mesi i cavalcavia o sottopassi pedonali saranno pronti e a metà gennaio ci sarà una nuova centralina semaforica intelligente che ridurrà i tempi d’attesa. E se vediamo che le due corsie sono troppo strette, possiamo ridurre lo spartitraffico».

La accusano di fare le cose in fretta per inaugurazioni da propaganda elettorale?
«Io sono come Forrest Gump, mi sono messa a correre perché c’era da recuperare terreno. Se stavamo a spaccare in quattro il capello, non riuscivamo a risanare il Teatro Stabile ottenendo 600mila euro di finanziamenti presentando la richiesta l’ultimo giorno utile».

Piazza Pertini quando sarà sistemata? Così è indecente.
«Faremo un concorso di progettazione, ma siamo intenzionati a realizzare una copertura per ospitare eventi e manifestazioni su spazi superiori ai 2mila mq. Nei primi sei mesi del 2018 uscirà il bando, poi cercheremo i finanziamenti e nel 2019 contiamo di appaltare i lavori».

E il recupero dello stadio Dorico?
«Dovrà essere la casa dell’Anconitana e questo a prescindere da dove la squadra giocherà le sue partite interne. Una casa dove il club farà gli allenamenti, crescerà i ragazzi delle giovanili, rinsalderà i rapporti con la città attraverso un bar, una foresteria, la sede del club. Entro maggio ci sarà un progetto di massima, sul restauro dipenderà dalle risposte della Soprintendenze».

Pagina nera: il concerto mancato di Vasco Rossi?
«La colpa è mia. Ho fatto un errore, rispondendo a caldo in tv dopo una prima richiesta ufficiosa degli organizzatori, che chiedevano la disponibilità del Del Conero. Ho detto che se c’erano i playoff dell’Anconitana non si potevano fare due cose insieme, poi ci siamo sentiti con la società, abbiamo capito che il problema si poteva risolvere e quando ci è arrivata la richiesta ufficiale abbiamo detto sì al concerto di Vasco nel giro 48 ore».

Il PalaVeneto cade a pezzi, lì vicino c’è l’ex Ipsia abbandonato.
«Per il PalaVeneto intanto abbiamo fatto l’appalto da 120mila euro per la bonifica del tetto dall’amianto, poi in tre anni contiamo di ristrutturalo con fondi propri. All’ex Ipsia ci penserà l’Inail, grazie a un bando che prevede la ristrutturazione da parte dell’ente, che poi ce lo affitterà a un canone agevolato. Entro il 30 aprile dovremo comunicare all’Inail le nostre scelte sui futuri utilizzi. Avevano pensato al trasferimento della biblioteca Benincasa e alla casa delle associazioni, ma non sono escluse novità».

È convinta di riuscire a ottenere un secondo mandato da sindaco?
«La nostra scommessa di trasformare la città ha dato risultati che possono essere mostrati agli elettori per essere giudicati sulle cose che abbiamo fatto, non sulle formule o sulle dinamiche delle alleanze. Questa squadra, intesa come sindaco, giunta, consiglieri e coalizione si ripresenterà all’elettorato. Sono certa di potercela fare».

Se non vince al primo turno, al secondo rischia grosso.
«Il rischio di un tutti contro uno all’eventuale ballottaggio c’è. Ma ho la netta percezione che il nostro lavoro sia stato apprezzato dai cittadini».

E il Pd com’è messo?
«Il Pd anconetano ha superato le divisioni interne e ora è coerente con la nostra linea di governo cittadino, che è basata su un patto politico su scelte condivise»

Prima delle amministrative ci sono le elezioni politiche: c’è il rischio che in caso di risultato negativo il Pd regionale vada in frantumi?
«In frantumi non credo. Ma non ci sono dubbi che servirà un profondo cambiamento. Dovevamo farlo prima, non ci siamo riusciti. Dopo le politiche si farà: è obbligatorio».
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