Via pistola e distintivo al poliziotto
Sospeso nel giorno del compleanno

Via pistola e distintivo al poliziotto Sospeso nel giorno del compleanno
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Martedì 27 Marzo 2018, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 11:01
SENIGALLIA - Da una parte, centinaia di accessi informatici nei database ministeriali per carpire informazioni riservate e poi – dice l’ipotesi accusatoria – vendute a un’agenzia investigativa di Modena per circa mille euro al mese. Dall’altra, sempre secondo la procura, la compilazione di decine di denunce che avrebbero fatto seguito alla simulazione di atti vandalici simulati ad hoc su alcune vetture arrivate in un’officina alle porte di Senigallia. 

È il doppio filone dell’inchiesta che nell’ultimo anno ha portato gli investigatori della Squadra Mobile a indagare l’ispettore capo del Commissariato di Senigallia Mirko Minghelli, sospeso dal servizio venerdì, il giorno del suo compleanno, quando gli sono stati ritirati pistola e distintivo. Domattina, il poliziotto comparirà davanti al gip Carlo Cimini per l’interrogatorio di garanzia. Potrà difendersi dalle contestazioni inserite dal giudice nell’ordinanza di custodia cautelare. 

La difesa, rappresentata dall’avvocato Federica Guarrella, rigetta ogni accusa: «Non c’è alcun illecito da parte del mio assistito». Nel provvedimento compare un solo filone investigativo, quello della presunta rivendita di informazioni riservate, estrapolate dalle banche dati delle forze dell’ordine. Stando alle indagini, il 54enne avrebbe eseguito tra i cento e i duecento accessi al mese, molti dei quali ingiustificati, per favorire le richieste di un’agenzia investigativa di Modena. Per la procura, la ditta privata si sarebbe rivolta all’ispettore per avere informazioni chieste da alcune aziende emiliane su persone da assumere nei loro organici. Per questa tranche, dove è indagato anche il titolare dell’agenzia, sono tre le ipotesi accusatorie per il 54enne, pedinato e intercettato dai colleghi per mesi: accesso abusivo ai sistemi informatici, rivelazione dei segreti d’ufficio e corruzione. L’avviso di garanzia è stato recapitato anche ad altre persone (sono una decina gli indagati in tutto), sospettate di aver chiesto informazioni all’ispettore. Nell’altro filone compaiono altre tre reati: falso ideologico, materiale e truffa ai danni delle assicurazioni. Indagato anche il titolare della carrozzeria che, secondo i pm, avrebbe collaborato con il poliziotto per simulare danni alle auto, come rigare la carrozzeria con un gessetto in modo tale da farlo sembrare un graffio, e poi stilare false denunce per ottenere premi assicurativi. Sequestrate complessivamente una cinquantina di pratiche sospette nell’officina, perquisita dagli agenti guidati dal dottor Carlo Pinto.
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