Travolta da un'auto, il dolore degli amici marchigiani per la studentessa morta: «Era bella ed intelligente»

Pegah Naddafi, la studentessa di Senigallia, travolta e uccisa mentre stava attraversando la strada a Mestre
Pegah Naddafi, la studentessa di Senigallia, travolta e uccisa mentre stava attraversando la strada a Mestre
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Domenica 5 Gennaio 2020, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 22:42

SENIGALLIA - Profondo dolore a Senigallia per la morte di Pegah Naddafi, la studentessa di Senigallia, travolta e uccisa mentre stava attraversando la strada a Mestre. La studentesse di Lingue alla Ca' Foscari è stata investita, vicino alla sua abitazione, in Via Vespucci, pochi minuti dopo la mezzanotte tra venerdì e sabato, dalla Nissan condotta da un uomo di Noale di 46 anni. Inutile ogni tentativa di salvarle la vita da parte degli operatori del 118 chiamati dallo stesso conducente della vettura. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio stradale. La famiglia, che a Senigallia gestisce un ristorante in centro, è partita nella mattinata di sabato per il riconoscimento.

La giovane era nata ad Ancona il 17 dicembre 1990. La sua famiglia, di origini iraniane, si era trasferita a Senigallia alcuni anni prima dove aveva aperto “La Taverna da Kamyar”, un ristorante e pizzeria che prende il nome dal padre Kamyar Naddafi. Pegah e la sorella minore sono cresciute nell’attività dei genitori in centro storico.

 

 

 

Finita la scuola si recavano sempre lì, in via Arsilli. Ieri le serrande erano abbassate. Sopra il cartello “chiuso per lutto”. Una famiglia di grandi lavoratori, molto riservata nel privato. Molti in città ricordano la 29enne mentre aiutava i genitori nell’attività, come cameriera negli anni in cui frequentava le superiori.

Si era diplomata al liceo linguistico, poi era partita per Venezia per frequentare la Facoltà di Lingue all’Università Ca’ Foscari. Parlava correttamente sei lingue. Il suo corso di laurea era in Lingue, civiltà e scienze del linguaggio, dipartimento di Studi linguistici e culturali comparati. Gli esami li aveva finiti e le mancava solo la laurea. Aveva appena trovato il relatore. Viveva a Mestre in via Bissuola, strada che incrocia via Vespucci, dove è avvenuto l’investimento. Da un mese aveva trovato lavoro in un negozio di abbigliamento sempre a Mestre. Risulta ancora residente a Senigallia nella casa lungo la provinciale di Sant’Angelo, la frazione dove è cresciuta con i genitori e la sorella.

«La comunità di Sant’Angelo si stringe intorno alla famiglia di una brava persona, brava e corretta – le parole di Enrico Rimini, presidente del Circolo Acli di Sant’Angelo – la perdita di un figlio è una cosa innaturale e difficile da capire». Cordoglio anche dalla comunità straniera. «Siamo addolorati per l’accaduto - interviene Mohamed Malih, presidente della Consulta degli Immigrati - le nostre più sentite condoglianze». «Sono vicino alla famiglia, gran brave persone» ha detto il sindaco Maurizio Mangialardi appreso l’accaduto. Pegah adorava viaggiare ed era appassionata di arte e di botanica. «Le dicevo sempre che avrebbe dovuto fare l’hostess per coniugare la passione dei viaggi con la conoscenza delle lingue – racconta un amico -.
Era anche una bella ragazza. Lei rideva e mi diceva di no. Non credo avesse ancora deciso. Intanto la priorità era terminare gli studi e c’era quasi riuscita. Le mancava davvero poco». «Bella, intelligente – la ricorda la sua ex insegnante di musica delle medie - una delle mie studentesse preferite. Incontrarla era una sorpresa piena di luce, non la dimenticherò mai sono profondamente dispiaciuta». 

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