Il papà di Emma e la discoteca Lanterna Azzurra trappola: «Bastava una firma e mia figlia si sarebbe salvata»

Fazio Fabini con la preside del Perticari Fulvia Principi
Fazio Fabini con la preside del Perticari Fulvia Principi
di Sabrina Marinelli
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Domenica 5 Giugno 2022, 08:55

SENIGALLIA  - «Una firma non messa l’avrebbe salvata». Sono le parole di Fazio Fabini, riferite a chi ha autorizzato l’apertura della Lanterna Azzurra dove è morta la figlia Emma. Ieri ha affidato una sua riflessione al gruppo Facebook “Gli amici di Emma” ad un giorno dall’udienza per la strage di Corinaldo dell’8 dicembre 2018. «Il 3 giugno è iniziato l’iter processuale per coloro che erano addetti al rilascio dei certificati di sicurezza della Lanterna Azzurra – ricorda Fazio Fabini -. Le perizie delle autorità inquirenti hanno dichiarato, in modo inequivocabile, che in quel locale non c’era quasi niente di regolare». 


Continua il post: «Malgrado questo gli avvocati degli imputati dichiarano che, nelle aule di tribunale, la verità verrà fuori.

Quale verità? Ma possibile che mai nessuno dica: sono stato superficiale, non immaginavo, ho sottovalutato il pericolo, non l’ho fatto di proposito ma ho sbagliato. Eppure una firma non messa l’avrebbe salvata». Emma Fabini aveva solo 14 anni e frequentava il liceo classico Perticari, dove il padre è tornato nei giorni scorsi a parlare con gli studenti che l’hanno accolto con grande interesse. «Stamattina eri qui con noi, Emma. Ne siamo certi – il ricordo del liceo -. Le parole che hai scritto a quattro mani con il tuo papà hanno raggiunto il cuore di tanti ragazzi della tua scuola».


L’occasione è stata l’incontro inserito nel progetto “Crescere nella lettura, adotta l’autore” con Fazio Fabini che ha parlato de “I ricordi non salvano le lacrime”, libro scritto da Emma, tramite i suoi racconti precedenti alla tragedia ritrovati dalla famiglia, e il padre Fazio in un dialogo con la figlia dove a parlare sono i ricordi. «Io ed Emma siamo stati accolti da alcune classi del classico e di scienze umane – racconta il padre -. La loro partecipazione, alla vicenda di Emma e alle parole da lei scritte, è stata veramente commovente. Abbiamo letto insieme delle pagine scritte da Emma e, al termine dell’incontro, mi hanno donato un cartellone dove hanno riportato alcuni aggettivi suggeriti dalla lettura del libro. Ancora una volta mi sono reso conto delle potenzialità che si possono trovare in questi ragazzi». 


Continua Fabini: «Quando gli si danno i giusti argomenti sono disponibili, ricettivi e partecipativi. E noi adulti cosa gli diamo in risposta? Un mondo pieno di conflitti e di ingiustizie. Un mondo dove degli adolescenti che erano lì solo per divertirsi, vengono ammassati in locali fatiscenti e pericolosi. Discoteche trasformate in trappole per topi, nell’assoluta indifferenza delle persone incaricate dei controlli. Bell’esempio siamo per gli adolescenti».

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