Osteria Conte Marzi, fine della storia: «Il caro bollette colpo di grazia»

Osteria Conte Marzi, fine della storia: «Il caro bollette colpo di grazia»
Osteria Conte Marzi, fine della storia: «Il caro bollette colpo di grazia»
di Sabrina Marinelli
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Mercoledì 5 Ottobre 2022, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 16:07

SENIGALLIA  - Chiusa l’osteria Conte Marzi dopo il colpo di grazia del caro bollette. Era in via Marzi, un vicolo pedonale che collega piazza Simoncelli a piazza del Duca, nel cuore del centro storico. «Gli affari andavano bene – spiega Antonio Scoleri che, insieme alla moglie, gestiva il ristorante aperto dalla figlia nel 2016 – poi è arrivato il Covid e da ultimo il caro bollette che ci ha dato la mazzata finale, costringendoci a chiudere». A fronte di mancati incassi di 70mila euro, nei sei mesi di chiusura per il Covid, il ristorante ha ottenuto un rimborso di 2.460 euro.

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Il salasso 


«Solo di spese fisse spendevamo 2.200 euro al mese, restando chiusi – aggiunge -, lo Stato non c’ha tutelato con il Covid e non l’ha fatto nemmeno con le bollette.

Siamo stati lasciati soli. Che poi, se vogliamo dare la colpa alla guerra diamogliela, ma è solo fumo negli occhi. Per carità avrà sicuramente inciso ma il metano era aumentato già nei mesi precedenti. Sarà una strage di attività». Proprio lunedì un cartello apparso sulla vetrina di Magini Food&Drink, in via Gherardi, annunciava la chiusura per «rincaro energetico inconcepibile». Una chiusura forse temporanea ma necessaria per riordinare le idee e farsi qualche conto, perché non sempre conviene rimanere aperti. «A noi non conveniva. Nel luglio del 2021 siamo stati aperti a pranzo e cena spendendo 700 euro di elettricità – prosegue il gestore –, a luglio di quest’anno aperti solo a cena e la bolletta è stata di circa 1.400 euro. Bolletta raddoppiata e guadagni dimezzati. Poi ci sono i rincari delle materie prime. Dieci litri di olio di girasole lo pagavo 11 euro, adesso 35 euro, anche il pesce è aumentato. Ma che prezzi dovrei fare per guadagnare e non andare in perdita?».


Prosegue Scoleri: « Ho aumentato la frittura di pesce da 15 a 17 euro ma più di 2 euro non potevo, chi me la comprava? Noi abbiamo sempre messo la qualità al primo posto. E’ stata una scelta sofferta ma necessaria». Il 30 settembre ha abbassato l’ultima volta la saracinesca. «La situazione nel nostro territorio è diventata difficilissima. Le aziende sono tutte in grande difficoltà in quanto già provate dal Covid, dall’aumento dei costi, dall’inflazione, per arrivare al caro energia e, nel nostro caso, all’alluvione – intervengono Egidio Muscellini e Giacomo Cicconi Massi, rispettivamente presidente e responsabile territoriale di Confartigianato Senigallia -. Rischiamo un impoverimento economico di tutta l’area vasta e non ce lo possiamo permettere. Servono misure urgenti e fatti concreti».


«L’Amministrazione comunale - concludono - si è mossa subito e abbiamo apprezzato gli interventi del governatore regionale, con cui ci siamo incontrati la scorsa settimana, ma anche il Governo deve fare la sua parte a sostegno della ripartenza».

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