Finisce in coma etilico a tredici anni, ma c'è il rebus dei colori dei capelli: «Quella barista non l’ha servita»

Finisce in coma etilico a tredici anni, ma c'è il rebus dei colori dei capelli: «Quella barista non l ha servita»
Finisce in coma etilico a tredici anni, ma c'è il rebus dei colori dei capelli: «Quella barista non l’ha servita»
di Sabrina Marinelli
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Sabato 8 Maggio 2021, 01:55

SENIGALLIA  - Rinviata a giudizio per somministrazione di alcol a minori di 16 anni una barista 55enne senigalliese. Due poliziotti, ascoltati ieri in aula, non hanno potuto confermare che sia stata lei a vendere l’alcol che ha mandato in coma etilico una 13enne senigalliese. La giovane invece, attesa alla prima udienza dibattimentale, non si è presentata. 

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I fatti contestati riguardano un episodio avvenuto nell’estate del 2017 in cui la minorenne, finita in ospedale, aveva riferito che a venderle da bere era stata una signora bionda nel Flo’ Bar dei fratelli Gorini sul lungomare Alighieri. «La mia assistita è mora e lo è sempre stata – spiega l’avvocato Giuseppe Spedicato - riteniamo quindi che ci sia stato uno scambio di persona e che la barista indicata dalla ragazzina non fosse nel Flo’ Bar ma in un altro». Ieri mattina si è aperto il dibattimento in cui sono stati ascoltati due poliziotti. «Hanno riferito in merito ai controlli fatti successivamente – prosegue il legale - dichiarando che in quelli avevano visto la signora ma per l’episodio, che la vede imputata, non potevano dire se fosse stata lei a somministrare gli alcolici, avendo solo raccolto la testimonianza della ragazzina». 

E’ lei l’unica testimone oculare.

Ieri era attesa in aula. «Non si è presentata – prosegue l’avvocato – verrà quindi ascoltata alla prossima udienza. Avendo dichiarato alla polizia che la barista era bionda ci aspettiamo che lo confermi in aula, scagionando la mia assistita. Inoltre ha dichiarato che quella sera aveva bevuto con le sue amiche che però hanno smentito il fatto». La polizia era intervenuta successivamente per sanzionare e chiudere il locale perché un barista aveva venduto da bere ad un maggiorenne, che aveva poi distribuito gli alcolici ad alcuni minori. Per questo episodio i titolari sono stati sanzionati e hanno pagato. Ascoltando poi la 13enne, che alcune sere prima si era sentita male nella piazzetta davanti al locale, la polizia aveva appreso da lei che a venderle gli alcolici era stata la barista bionda del Flo’ Bar dove però lavorava solo una mora.

«Quella sera c’era stata una festa in spiaggia alle 21 – ricorda Ardiccio Gorini, titolare del bar insieme al fratello – la ragazzina alle 22 già stava male e ha imputato a noi, dove il lavoro iniziava alle 22.30, di averle venduto gli alcolici. La barista rinviata a giudizio è mia moglie e in quarant’anni che la conosco non è mai stata bionda, diversamente dalla barista di un altro locale della zona a cui sono certo si riferisse la minore. Non voglio puntare il dito contro ma non è giusto che abbiano fatto passare il nostro bar da capro espiatorio, perché serviva qualcuno da far pagare per fermare la movida incontrollata di quell’estate».

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