SENIGALLIA - Rinviata a giudizio per somministrazione di alcol a minori di 16 anni una barista 55enne senigalliese. Due poliziotti, ascoltati ieri in aula, non hanno potuto confermare che sia stata lei a vendere l’alcol che ha mandato in coma etilico una 13enne senigalliese. La giovane invece, attesa alla prima udienza dibattimentale, non si è presentata.
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I fatti contestati riguardano un episodio avvenuto nell’estate del 2017 in cui la minorenne, finita in ospedale, aveva riferito che a venderle da bere era stata una signora bionda nel Flo’ Bar dei fratelli Gorini sul lungomare Alighieri. «La mia assistita è mora e lo è sempre stata – spiega l’avvocato Giuseppe Spedicato - riteniamo quindi che ci sia stato uno scambio di persona e che la barista indicata dalla ragazzina non fosse nel Flo’ Bar ma in un altro». Ieri mattina si è aperto il dibattimento in cui sono stati ascoltati due poliziotti. «Hanno riferito in merito ai controlli fatti successivamente – prosegue il legale - dichiarando che in quelli avevano visto la signora ma per l’episodio, che la vede imputata, non potevano dire se fosse stata lei a somministrare gli alcolici, avendo solo raccolto la testimonianza della ragazzina».
E’ lei l’unica testimone oculare.
«Quella sera c’era stata una festa in spiaggia alle 21 – ricorda Ardiccio Gorini, titolare del bar insieme al fratello – la ragazzina alle 22 già stava male e ha imputato a noi, dove il lavoro iniziava alle 22.30, di averle venduto gli alcolici. La barista rinviata a giudizio è mia moglie e in quarant’anni che la conosco non è mai stata bionda, diversamente dalla barista di un altro locale della zona a cui sono certo si riferisse la minore. Non voglio puntare il dito contro ma non è giusto che abbiano fatto passare il nostro bar da capro espiatorio, perché serviva qualcuno da far pagare per fermare la movida incontrollata di quell’estate».