Apre un hotel di lusso alle Canarie e riceve insulti e minacce: «Sono xenofobi ma io non mi arrendo»

Le scritte all’esterno dell’hotel di Davide Nahmias
Le scritte all’esterno dell’hotel di Davide Nahmias
di Sabrina Marinelli
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Martedì 13 Aprile 2021, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 10:38

SENIGALLIA  - Imbrattato l’albergo alle Canarie di un senigalliese che ha ricevuto anche minacce. «Ti leghiamo per i piedi e ti trasciniamo in acqua». Una delle tante. Venerdì scorso si è trovato varie scritte all’esterno della struttura. “Mafia”, “cabroni” e altro ancora. Vittima di tutto ciò è Davide Nahmias che da alcuni anni si è trasferito nell’isola El Hierro, dove ha aperto un lussuoso albergo sopra una scogliera a picco sul mare: l’hotel Puntagrande che prende il nome dalla località in cui si trova.

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Molti ricorderanno l’ex gioielliere che aveva l’attività su Corso 2 Giugno. Aveva subito diverse rapine, decidendo poi di lasciare l’Italia, dove non si sentiva tutelato, per ricavarsi un angolo di paradiso alle Canarie. Una minima parte della popolazione non lo vuole e vorrebbe che se ne andasse. Davide Nahmias ha rilevato un albergo unico nel suo genere. Nel 1989 è stato insignito del Guinness World Record per essere il più piccolo al mondo. Si trova su una lingua di terra che finisce a strapiombo sul mare, spesso in tempesta. 

Uno dei problemi, ma non il solo, è l’aver ottenuto il permesso di rendere pedonale l’accesso al molo. «I vecchi proprietari si sono scontrati con questa gente e si sono arresi – racconta –, ho preso l’albergo che era abbandonato nel 2018 e l’ho trasformato in un hotel di lusso.

A questa gente non piace, è un’icona dell’isola in mano ad uno straniero e non lo accettano. Sono razzisti e xenofobi». Nahmias si è rivolto alla polizia, sporgendo denuncia. «Il problema è che sarà un gruppo di 200 persone rispetto alle 6mila che siamo – prosegue - ma le forze dell’ordine non vogliono mettersi contro di loro. Questa gente non vuole cambiare, è un’isola che riceve convenzioni e quando vedono un impresario che fa del bene, perché tutte le riviste del mondo parlano del nostro hotel, non gli sta bene». La maggior parte della popolazione è con lui. Molte le manifestazioni di solidarietà che ha ricevuto. La stampa locale sta trattando il caso, che sta dando una brutta immagine di una bellissima isola dove la maggior parte dei residenti è pacifica e apprezza il lavoro fatto dal senigalliese.

Davide Nahmias dalla sua pagina Facebook ha lanciato un appello a chi l’ha preso di mira. «A chi ci sta rendendo la vita impossibile: cosa abbiamo fatto per meritarci questo cattivo trattamento? Abbiamo tre figlie minorenni che hanno paura. È così grave che sia stato vietato il passaggio dei veicoli al molo di Punta Grande? Siamo venuti qui con l’illusione di vivere tranquilli, cercando qualità della vita e investendo il nostro, onestamente. Mia moglie, le ragazze e io saremo ancora qui, ma vogliamo vivere in pace – prosegue l’ex gioielliere -. Camminare 70 metri per accedere a ciò che è di tutti per pescare o fare un bagno non è difficile. Per favore, seppellite l’ascia di guerra».
Non si arrendono e non se ne andranno. «Vogliamo continuare a lottare per questo hotel e perchè Las Puntas sia un luogo sicuro, un’icona per l’isola di El Hierro – conclude -. Siamo persone molto civili e porteremo a termine il nostro compito perché noi amiamo questo posto».

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