SENIGALLIA - Imbrattato l’albergo alle Canarie di un senigalliese che ha ricevuto anche minacce. «Ti leghiamo per i piedi e ti trasciniamo in acqua». Una delle tante. Venerdì scorso si è trovato varie scritte all’esterno della struttura. “Mafia”, “cabroni” e altro ancora. Vittima di tutto ciò è Davide Nahmias che da alcuni anni si è trasferito nell’isola El Hierro, dove ha aperto un lussuoso albergo sopra una scogliera a picco sul mare: l’hotel Puntagrande che prende il nome dalla località in cui si trova.
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Molti ricorderanno l’ex gioielliere che aveva l’attività su Corso 2 Giugno. Aveva subito diverse rapine, decidendo poi di lasciare l’Italia, dove non si sentiva tutelato, per ricavarsi un angolo di paradiso alle Canarie. Una minima parte della popolazione non lo vuole e vorrebbe che se ne andasse. Davide Nahmias ha rilevato un albergo unico nel suo genere. Nel 1989 è stato insignito del Guinness World Record per essere il più piccolo al mondo. Si trova su una lingua di terra che finisce a strapiombo sul mare, spesso in tempesta.
Uno dei problemi, ma non il solo, è l’aver ottenuto il permesso di rendere pedonale l’accesso al molo. «I vecchi proprietari si sono scontrati con questa gente e si sono arresi – racconta –, ho preso l’albergo che era abbandonato nel 2018 e l’ho trasformato in un hotel di lusso.
Davide Nahmias dalla sua pagina Facebook ha lanciato un appello a chi l’ha preso di mira. «A chi ci sta rendendo la vita impossibile: cosa abbiamo fatto per meritarci questo cattivo trattamento? Abbiamo tre figlie minorenni che hanno paura. È così grave che sia stato vietato il passaggio dei veicoli al molo di Punta Grande? Siamo venuti qui con l’illusione di vivere tranquilli, cercando qualità della vita e investendo il nostro, onestamente. Mia moglie, le ragazze e io saremo ancora qui, ma vogliamo vivere in pace – prosegue l’ex gioielliere -. Camminare 70 metri per accedere a ciò che è di tutti per pescare o fare un bagno non è difficile. Per favore, seppellite l’ascia di guerra».
Non si arrendono e non se ne andranno. «Vogliamo continuare a lottare per questo hotel e perchè Las Puntas sia un luogo sicuro, un’icona per l’isola di El Hierro – conclude -. Siamo persone molto civili e porteremo a termine il nostro compito perché noi amiamo questo posto».