Senigallia, tac per il Pronto soccorso a settembre: ok ai 16 milioni per il blocco emergenze

Senigallia, tac per il Pronto soccorso a settembre: ok ai 16 milioni per il blocco emergenze
Senigallia, tac per il Pronto soccorso a settembre: ok ai 16 milioni per il blocco emergenze
di Sabrina Marinelli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 4 Maggio 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 06:52

SENIGALLIA La Tac per il Pronto soccorso verrà allestita entro settembre. Resta la criticità delle liste d’attesa sollevata dai sindacati che, insieme al presidente dell’Unione dei Comuni, hanno lanciato un grido d’allarme per l’hinterland. Nel 2019 sono state 30.731 le persone che si sono presentate al Pronto soccorso, 20.314 nel 2020 e 22.640 nel 2021. Un dato in calo ma solo perché gli ultimi due anni sono stati segnati dal Covid. Nel 2022 a ben 750 è stato assegnato un codice bianco, quindi, non avevano motivo di recarsi lì. Più della metà, 12.203, invece aveva un codice verde. 


Il nodo 

«L’affollamento del Pronto soccorso determina un allungamento dei tempi d’attesa – ha spiegato l’assessore regionale Saltamartini, intervenuto ieri a San Rocco per presentare il nuovo piano sociosanitario -.

In questi numeri ci sono anche le persone che, in riferimento alle lunghissime liste d’attesa, decidono di andare al Pronto soccorso dove hanno una prestazione gratuita. Questo dimostra che il primo intervento lo dobbiamo fare sui territori, sui medici di medicina generale e sui pediatri perché altrimenti c’è un effetto distorsivo del sistema». Saltamartini ha poi rassicurato sul fatto che verranno investiti 16 milioni sulla nuova palazzina delle emergenze, con il blocco operatorio e l’Utic e che verrà sistemato anche il reparto di Gastroenterologia con l’acquisto di un videogastroscopio per creare delle specificità territoriali. «Riteniamo che questo incontro, seppur apprezzabile, non rivesta il carattere di un confronto politico o tecnico teso a definire le scelte necessarie per qualificare il sistema salute del nostro territorio – l’intervento unitario delle sigle sindacali -, chiediamo pertanto di riportare il confronto nella sede corretta, cioè con Cgil, Cisl e Uil. Denunciamo con forza la gravità della situazione sanitaria sia a Senigallia che nei comuni dell’entroterra. Siamo di fronte ad un collasso del sistema che non riesce a garantire le prestazioni fondamentali, soprattutto per gli anziani».

L’assessore ha spiegato il nuovo sistema che ancora non è pieno regime. «Il cittadino che si rivolge al Cup, se non c’è disponibilità, viene preso in carico e richiamato perché ogni provincia ha il suo gruppo di lavoro che vede quanti ottengono la prestazione e, per chi è rimasto fuori, se non c’è la disponibilità dei medici per aumentarle, le compra dal privato». I sindacati hanno insistito su una maggiore attenzione per l’hinterland. «Ci risulta che in alcune zone dell’entroterra i cittadini non riescano nemmeno a prenotare gli esami del sangue. E’ una situazione drammatica. – evidenziano Cgil, Cisl e Uil -. Ribadiamo l’assoluta necessità di potenziare la struttura sanitaria di Arcevia e la casa della salute: le aree interne non possono continuare ad essere abbandonate». 

Le criticità

Su questo è intervenuto anche il sindaco di Arcevia Dario Perticaroli. «E’ necessario considerare il territorio e i presidi sanitari presenti. Parlo anche come presidente dell’Unione dei Comuni perché Arcevia serve anche altri Comuni, non si possono non garantire i servizi per i cittadini che abitano in territori difficili».

© RIPRODUZIONE RISERVATA