Senigallia, l'appello di una mamma in lacrime: «Non ho i soldi per la gita di mio figlio»

Senigallia, l'appello di una mamma in lacrime: «Non ho i soldi per la gita di mio figlio»
Senigallia, l'appello di una mamma in lacrime: «Non ho i soldi per la gita di mio figlio»
di Sabrina Marinelli
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Martedì 4 Aprile 2023, 01:10 - Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 07:50

SENIGALLIA - In fila sul marciapiede di via Cellini, in attesa di ricevere i viveri dall’associazione Stracomunitari, i volontari hanno trovato una madre in lacrime. La donna, una giovane straniera che ha perso il lavoro, non aveva soldi per mandare il figlio in gita. «Piangeva disperata – racconta Mohamed Malih, presidente di Stracomunitari –. Il figlio frequenta le medie, la classe doveva andare in gita, ma lei non aveva soldi per pagare la quota.

La cifra non era elevata e abbiamo provveduto noi ad aiutarla perché ci sembrava giusto che il figlio avesse le stesse opportunità del resto della classe e non si sentisse emarginato». 

Le storie di povertà

E’ una delle tante situazioni di povertà, spesso improvvisa, che i volontari si trovano ad affrontare. «Le storie sono tante – spiega Malih -. Dall’imprenditrice a cui sono andate male le cose, al signore anziano da solo a cui non basta la pensione, a chi ha perso il lavoro. Poi adesso c’è molta incertezza per via del reddito di cittadinanza che sembra verrà tolto. Noi partendo dal primo contatto per il pacco alimentare cerchiamo di creare rapporto con chi assistiamo e le storie che raccogliamo testimoniano di una situazione molto critica, che può diventare insostenibile. Da parte nostra cerchiamo di incentivare una solidarietà dal basso, che vede protagoniste in prima persona le famiglie assistite. In primis lo scambio di informazioni fra di loro. In più, per quanto possibile, cerchiamo di dare una mano coi compiti e dove ci sono problemi di lingua insormontabili ci interfacciamo con le scuole». 
L’aiuto va oltre la distribuzione di generi alimentari, per cui l’associazione è nata, e Stracomunitari è diventato una sorta di sportello sociale e di orientamento verso i vari servizi presenti sul territorio. «Fra l’altro – aggiunge - abbiamo sia richieste di lavoro che famiglie e vari datori di lavoro che ci contattano.

Cerchiamo così nel nostro piccolo di fare incontrare domanda e offerta». Quando la mattina presto Malih va ad aprire trova già le borse a terra in fila. «Stiamo sistemando la sede di via XX Settembre che è andata completamente distrutta dall’alluvione – conclude - e lì, una volta sistemata, contiamo di farci le attività culturali: lezioni di italiano, biblioteca e spazio per riunioni e incontri culturali. Un invito lo vorrei rivolgere ai servizi sociali per una collaborazione perché per affrontare queste situazioni serve collaborazione tra pubblico e privato». Se la coda di chi chiede aiuto aumenta c’è da registrare anche un maggior numero di cittadini che si presenta per consegnare la spesa e regalarla a chi ne ha bisogno.

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