SENIGALLIA - Non è stata annullata l’asta per l’ex Shalimar, indetta per il 22 marzo, anche se le visite agli immobili sono state sospese. Finché non verrà dissequestrata l’area, a seguito dell’incendio divampato la scorsa settimana, nessuno sarà autorizzato ad accedere. Potrebbe essere l’asta decisiva perché imprenditori interessati ad acquistare ciò che resta della storica discoteca di Scapezzano ce ne sono o almeno ce n’erano prima che il rogo divorasse il vecchio ristorante.
Un potenziale acquirente aveva visitato il sito il giorno prima dell’incendio e proprio ieri un’altra persona interessata all’acquisto aveva un appuntamento, annullato dai sigilli.
E’ possibile realizzare quindi anche una clinica sanitaria magari per la riabilitazione, visto che c’è lo spazio anche per una piscina. Con le osservazioni alla variante era arrivata la richiesta di poter convertire l’area in residenziale ma gli uffici comunali l’hanno rigettata perché vista l’ampia volumetria, significherebbe creare abitazioni per centinaia di persone senza la possibilità di avere i servizi necessari. L’ambito turistico, di natura ricettiva però e non ricreativa, è quello che al momento interessa i possibili acquirenti. A tenere d’occhio il futuro della vecchia discoteca sarà l’ex patron Libero Mengucci, una garanzia per la città che ha sempre molto apprezzato i suoi progetti. Mengucci è infatti proprietario dell’ampia area adibita a parcheggio.
Il complesso immobiliare, in vendita a poco più di un milione di euro, non ha il parcheggio quindi chi comprerà l’ex Shalimar dovrà accordarsi con lui. «Non è facile pensare oggi come potrà rinascere quell’area – commenta Mengucci – per me dovrebbe rimanere in ambito turistico, non credo che l’alternativa offerta dal Comune per il settore socio-sanitario possa riscuotere interesse. Visite ci sono state, ma al momento nessun progetto. Io non parteciperò perché, se avessi potuto, l’avrei recuperata molto prima che finisse all’asta». Per la prima volta il complesso immobiliare è andato in vendita nel 2013, a quasi 6 milioni di euro, a seguito di un pignoramento. Nel 2019 è stato poi dichiarato il fallimento.
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