Senigallia, Sgarbi preferisce il ponte rosso: «L’ideale sarebbe farlo in legno»

Ponte 2 Giugno, dibattito sempre più acceso
Ponte 2 Giugno, dibattito sempre più acceso
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Martedì 29 Ottobre 2019, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 09:32

SENIGALLIA - Vittorio Sgarbi riabilita il ponte rosso, boccia il bianco e suggerisce una terza soluzione in legno. «Senigallia è una città particolare non è solo bella ma è anche viva – interviene il critico d’arte –, nel progettare una nuova infrastruttura si deve tenere conto delle sue peculiarità». Entrando nel merito aggiunge: «Il bianco è invasivo. In quel contesto secondo me è sbagliato perché toglie visibilità ai Portici Ercolani ma soprattutto al Foro Annonario». 


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Continua Sgarbi: «L’altro invece non comprendo perché sia stato scartato, forse per il colore tendente al ruggine del corten, un materiale di una grande resistenza. Questo secondo progetto è di una semplicità che si accorda in modo più naturale con il contesto rispetto al primo». In realtà il colore dal vivo sarebbe molto simile al ruggine e meno impattante di quel rosso acceso che spicca dal progetto. «La soluzione migliore sarebbe in legno – suggerisce Vittorio Sgarbi – coerente con il luogo. Ce ne sono di molto belli anche carrabili». Questo il parere esperto di chi di estetica e bellezza se ne intende. Il toto-ponte la fa ancora da padrone in città, tra chi si schiera a favore dell’uno e dell’altro, chi boccia entrambi ma adesso che succede? 

I progetti sono passati al vaglio della commissione urbanistica dove il bianco ad arco ha ottenuto consensi. Non si tratta però di un giudizio necessario perché la procedura, trattandosi di un’opera che verrà realizzata per motivi di sicurezza, non ha bisogno di pareri. «Quello del Comune non è vincolante – spiega l’avvocato Claudio Netti, presidente del Consorzio di Bonifica – lo è invece il parere della Soprintendenza. Ovviamente vorremmo realizzare un intervento condiviso con la città». La procedura è avviata e adesso la Soprintendenza avrà 120 giorni per esprimersi. 
La procedura 
Innanzitutto dovrà dire se l’attuale ponte 2 Giugno, realizzato nel 1947, si potrà demolire. Se ciò non fosse possibile tanto rumore per nulla. Poi dovrà esprimersi sul progetto migliore. Pur non essendo vincolante l’opinione del Comune, la Giunta si esprimerà. Il sindaco ha già fatto sapere di non essere entusiasta delle soluzioni proposte. Troppo impattanti. Ne ha chiesto una terza ma al momento la procedura avviata va avanti con i due progetti presentati. «Con il finanziamento già ottenuto e con un progetto esecutivo pronto abbiamo bisogno, se qualcuno ce lo vorrà sottoporre, di un progetto cantierabile – prosegue Netti – che si possa realizzare in tempi brevi. La Soprintendenza ha 120 giorni per esprimersi ma potrebbe farlo anche prima e in quel caso noi saremmo pronti a partire con i lavori». Salvo imprevisti a primavera sarebbe pronto il nuovo ponte. Ma quale? La Regione, tramite il suo braccio operativo del Consorzio di Bonifica, potrebbe imporre il bianco, ma visti i buoni rapporti tra enti probabilmente cercherà di andare incontro alle esigenze del Comune. 
«Il ponte deve essere spesso 40 centimetri – conclude l’avvocato Netti – per consentire un maggior deflusso in caso di piena e per realizzarlo così sottile non esistono altre soluzioni oltre alle due prospettate.

Deve inoltre essere ad unica campata senza pile in alveo». Questi i requisiti oltre al fatto di non dover superare i 2,5 milioni di euro stanziati per l’intervento dalla Regione. Non si tratta infatti semplicemente di un nuovo ponte ma di un’opera idraulica per mettere in sicurezza il fiume Misa nel tratto cittadino.

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