Senigallia, ruspe al lavoro dopo la mareggiata. Dune da rinforzare, pulizie in porto

Senigallia, ruspe al lavoro dopo la mareggiata. Dune da rinforzare, pulizie in porto
Senigallia, ruspe al lavoro dopo la mareggiata. Dune da rinforzare, pulizie in porto
di Sabrina Marinelli
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Giovedì 24 Novembre 2022, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 11:57

SENIGALLIA Ruspe al lavoro ieri mattina per rinforzare le dune a protezione della zona centrale della spiaggia di velluto e per liberare i fossi rimasti intasati. Questa mattina partiranno le grandi pulizie al porto per rimuovere i detriti legnosi portati dal fiume, che la mareggiata ha rigettato nell’area portuale e nella riva di fronte alla spiaggia del lungomare Marconi e Alighieri. Qui si registra anche una notevole erosione, da parte delle onde.

Le operazioni

«Il mare è ancora troppo alto e non abbiamo potuto pulire il porto – spiega Elena Campagnolo, assessore al Porto – lo faremo domani (oggi ndr).

Si tratta solo di rimuovere i detriti perché, per fortuna, danni non ne abbiamo avuti, come mi ha assicurato anche l’amministratore della Gestiport con cui mi sono confrontata. I detriti sono fondamentalmente quelli dell’alluvione». Rami e tronchi rimasti dentro il fiume dal 15 settembre e ancora non rimossi, che la nuova piena si è portata dietro trascinandoli verso il mare. Togliere tutto con una mareggiata in corso, come ieri, non solo sarebbe stato più complicato ma avrebbe rischiato di vanificare l’intervento, sprecando soldi, se il mare avesse poi rigettato altro legname.

«Per quanto riguarda l’arenile – prosegue l’assessore – c’è stata una forte erosione nel tratto centrale, che è quello più sotto pressione, dove stiamo rinforzando le dune di sabbia che avevamo messo a protezione nelle scorse settimane. Hanno funzionato perché danni non ne abbiamo registrati alle strutture e abbiamo così preservato anche la spiaggia di velluto. Gli operai hanno provveduto a riaprire i fossi sull’arenile che si erano nuovamente interrati».

Durante le fasi più turbolente delle mareggiate, che hanno sferzato negli ultimi giorni la costa, il comandante del porto è dovuto intervenire per chiedere alla gente di non avventurarsi fino alla punta del molo di levante, perché le alte onde sormontavano la banchina e c’era il rischio che qualcuno finisse in mare. Molti volevano immortalare con telefoni o macchine fotografiche il momento in cui le alte onde avvolgevano il faro all’estremità. «Noi non abbiamo preso provvedimenti – conclude l’assessore Campagnolo, che ieri mattina ha effettuato un sopralluogo – ma, essendo il porto aperto, c’è stata gente che, in maniera incosciente, voleva raggiungere il faro alla fine del molo, mettendosi in una situazione di pericolo. E’ stata invitata dal comandante a tornare indietro».

Resta ancora inagibile la passerella che collega le due banchine, danneggiata dall’alluvione del 15 settembre. Da quel giorno è venuto meno anche l’unico collegamento pedonale presente. Il Comune ne sta progettando un altro, più ampio e ciclopedonale, poco distante per consentire il passaggio a più persone e biciclette contemporaneamente. Fino a quando era agibile, infatti, si transitava in fila indiana. La nuova passerella era già stata messa a bilancio prima dell’esondazione e ora tornerà molto utile. Il Comune attende, nel frattempo, la passerella provvisoria sul Misa all’altezza di ponte Garibaldi, che dovrà essere abbattuto e ricostruito, oltre alla sistemazione del ponte del Vallone in Strada della Chiusa. Le due infrastrutture maggiormente danneggiate dall’alluvione.

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