Quattro giorni di chiusura e anche la multa: punito il ristoratore ribelle. Ma è pronto il ricorso

Quattro giorni di chiusura e anche la multa: punito il ristoratore ribelle. Ma è pronto il ricorso
Quattro giorni di chiusura e anche la multa: punito il ristoratore ribelle. Ma è pronto il ricorso
di Sabrina Marinelli
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Domenica 17 Gennaio 2021, 02:30

SENIGALLIA   - Quattro giorni di chiusura e 400 euro di multa per il titolare del ristorante Statale 16 alla Lanterna di Marzocca, che venerdì sera ha aderito all’iniziativa “Ioapro1501”. Sanzione che verrà contestata. Multata anche la cameriera e lo stesso accadrà, se già non è avvenuto, per i 20 commensali. Tra loro c’era anche Massimo Montesi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia e infermiere del 118, a tavola con degli amici. «Avevo solo condiviso su Facebook il post con il volantino della manifestazione - spiega il ristoratore Massimiliano Mancini -. Poi i clienti hanno cominciato a chiamare così sono rimasto aperto».

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Non crede di essere nel torto. «Viste le telefonate, i messaggi e i commenti di approvazione da parte di molti, non credo di aver sbagliato - aggiunge -.

Forse aver aderito e avere avuto sostegno da tanti clienti e cittadini di diverse età, può dimostrare che in Italia c’è qualcosa che non va». La sanzione la contesterà, tramite i legali messi a disposizione da chi ha organizzato l’iniziativa. «La multa è “illegale” - dice - anticostituzionale». Polizia, carabinieri e vigili urbani, subito intervenuti, hanno identificato i presenti. La cena è stata interrotta ma quello che avevano ordinato l’hanno portato via per concludere il pasto a casa, pagando a offerta libera.


«Grazie a tutti i clienti che hanno partecipato alla protesta civile - è il ringraziamento della dipendente -. Non entro nei dettagli dell’intervento delle forze dell’ordine perché loro, come noi, stavano svolgendo il loro lavoro. Io, da dipendente, ho scelto consapevolmente di aderire. Siamo disperati, al collasso, ma gli applausi, il calore dei nostri clienti, le parole di stima e di incoraggiamento ci hanno scaldato il cuore e dato la spinta per continuare a lottare per i nostri diritti. La gente è stanca di questi decreti senza senso». 


Confcommercio però frena gli entusiasmi. «È vero, la categoria è allo stremo, come del resto gran parte del mondo imprenditoriale a seguito della pandemia - interviene il presidente Giacomo Bramucci -. Tutti sembrano esserne consapevoli, tranne chi ci governa e questo alza moltissimo il livello dello scontro, ma nulla ci può spingere a percorrere la tortuosa strada dell’illegalità. La situazione è drammatica ma le leggi si devono rispettare». 


In merito all’iniziativa “ioapro1501” aggiunge: «C’è anche il tentativo di una chiara strumentalizzazione politica del malcontento, caldeggiata da una parte degli organizzatori, sulle spalle degli esercenti e dei loro clienti, che vengono esposti alle sanzioni. Dobbiamo continuare a chiedere con fermezza la tutela della dignità del fare impresa e lo faremo. Gli scarsi numeri delle adesioni a questa iniziativa comunque ci fanno capire quanto spessore umano e quanta lucidità ci sia ancora dietro ogni imprenditore che, nonostante tutto, crede ancora che il futuro non possa prescindere dalla legalità». L’unica strada percorribile per Confcommercio è il dialogo. «Ora al lavoro – conclude il presidente Bramucci - perché la mancanza di un piano d’azione, plausibile nelle prime fasi dell’emergenza, sia presto colmata e insieme vengano rimosse le restrizioni che ci vengono imposte e delle quali fatichiamo ad individuare la ratio fino in fondo».

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