Uccise il figlio con un colpo di pistola: Pasquini a giudizio immediato, subito il processo

Uccise il figlio con un colpo di pistola: Pasquini a giudizio immediato, subito il processo
Uccise il figlio con un colpo di pistola: Pasquini a giudizio immediato, subito il processo
di Federica Serfilippi
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Venerdì 1 Ottobre 2021, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 19:24

SENIGALLIA - In aula senza passare dall’udienza preliminare. Inizierà il 10 dicembre il processo nei confronti di Loris Pasquini, il 72enne di Senigallia arrestato lo scorso 29 marzo con l’accusa di aver ucciso con un colpo di pistola il figlio Alfredo al culmine di una lite, nella loro casa di Roncitelli. L’imputato dovrà difendersi dai reati di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela e dal possesso abusivo dell’arma, una Beretta detenuta illegalmente.

Per il 72enne, il pm Paolo Gubinelli ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato.
Per la procura, il quadro probatorio è così chiaro da portare Pasquini direttamente a processo, senza passare dall’udienza preliminare.

Sarà la Corte d’Assise a giudicare quanto avvenuto sei mesi fa. L’imputato dice di aver sparato al figlio 26enne da una distanza ravvicinata, per evitare ulteriore violenze: «Quel giorno Alfredo era incontenibile, se non avessi sparato mi avrebbe ammazzato con il bastone che impugnava» la versione dell’ex ferroviere che, in passato, aveva denunciato il figlio (seguito dal Csm e beneficiario di una pensione di invalidità) per maltrattamenti. I difensori – gli avvocati Roberto Regni e Silvia Paoletti - si sono affidati a due consulenti per vagliare lo status mentale del 72enne al momento dei fatti: uno psicologo e uno psichiatra. La richiesta di perizia psichiatrica, da discutere all’interno di un incidente probatorio, era stata rigettata dal gip. La perizia balistica ha confermato la distanza ravvicinata tra le parti al momento dello sparo. Il proiettile aveva ferito Alfredo alla base del collo, un colpo dall’alto verso il basso. Dopo il ferimento, il 26enne era corso in camera e si era chiuso a chiave, lanciando l’allarme. All’arrivo dei soccorsi non c’era più niente da fare. Il 72enne è uscito dal carcere a fine luglio: attualmente si trova ai domiciliari nella villetta di Roncitelli, dissequestrata dal pm. Dall’abitazione si è allontanata la moglie thailandese di Pasquini, l’unica parziale testimone del delitto. Si è trasferita a Milano.

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