Omicidio Manduca, il premier Conte chiude il caso: «Ordinaria ingiustizia, risarciremo i figli di Marianna»

Omicidio Manduca, il premier Conte chiude il caso: «Ordinaria ingiustizia, risarciremo i figli di Marianna»
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Giovedì 26 Novembre 2020, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 09:14

SENIGALLIA - Gli orfani di Marianna Manduca potranno conservare il risarcimento finora assegnato e ne avranno anche un altro. Ad annunciarlo è stato il premier Giuseppe Conte, impegnandosi per mettere fine alla vicenda giudiziaria per la quale il 9 dicembre si sarebbe dovuto svolgere il quarto atto. Non ci sarà. L’ha garantito il presidente del Consiglio dei Ministri durante il discorso per la giornata contro la violenza sulle donne.

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«Devo impegnarmi anche in gesti concreti – ha riferito Conte -, c’è una storia di ordinaria di ingiustizia. Molti di voi ricorderanno la storia di Marianna Manduca, una donna, una mamma, una moglie, assassinata a soli 32 anni nel 2007 a Palagonia da suo marito. Ha lasciato tre figli, ancora minorenni, che hanno intrapreso un calvario giudizio per vedere riconosciuti i loro diritti, perché la madre aveva denunciato più volte queste violenze ma non è stata creduta o comunque non gli è stata assicurata la protezione che richiedeva allo Stato».

In merito agli orfani, che sono andati a vivere a Senigallia dopo la tragedia, ha aggiunto: «I figli si sono ritrovati nell’incresciosa situazione di dover addirittura restituire una somma, che era stata già riconosciuta nel corso di questa vertenza giudiziaria. Dobbiamo porre fine a questa vicenda giudiziaria, dobbiamo evitare che si completi il quarto grado di giudizio». Poi l'annuncio del premier: «Quindi io dico a Carmelo, Stefano e Salvatore che certo non riavranno più la loro mamma, ma lo Stato finalmente può sottoscrivere un accordo transattivo, che riconoscerà a loro non solo di poter conservare la somma percepita, come danno patrimoniale, ma anche una cospicua somma a tutti e tre loro a titolo di danno non patrimoniale. Lo Stato deve avere il coraggio di riconoscere i propri errori e di trarre le conseguenze, assumendosene tutta la responsabilità. Riconoscere i propri errori anche da parte dello Stato significa contribuire con gesti concreti alla tutela della dignità di una donna vittima di violenza – ha concluso Conte - che non deve mai provare vergogna e non deve più sentirsi sola».

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