Il rombo delle moto per salutare Luca. «Piccolo mio», in cielo volano palloncini dei suoi colori preferiti

Il rombo delle moto per salutare Luca. «Piccolo mio», in cielo volano palloncini dei suoi colori preferiti
Il rombo delle moto per salutare Luca. «Piccolo mio», in cielo volano palloncini dei suoi colori preferiti
di Sabrina Marinelli
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Mercoledì 25 Maggio 2022, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 14:16

SENIGALLIA  - L’assordante rombo delle moto per salutare Luca Bergamaschi, proprio come aveva chiesto la mamma. Si sono svolti ieri in Duomo i funerali del 18enne, morto sabato scorso a Casine di Ostra per un incidente con la sua Beta 300. Era piena piazza Garibaldi dove tanti ragazzi hanno parcheggiato i mezzi, prima di entrare in chiesa. Alcuni indossavano una maglietta con stampata la fotografia di Luca seduto sulla sua moto, altri con un cuore e la scritta “Ciao Luca”. 

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Tanti palloncini bianchi e arancioni, il suo colore preferito, che al termine della funzione sono stati fatti volare in cielo.

A terra uno striscione con la scritta, anche quella in arancione, «sarai sempre nei nostri cuori», firmato dagli amici. «Stamattina speravamo di rivederti nel tuo banco in fondo – ha raccontato un compagno di classe in chiesa –, vederlo vuoto fa male. Volevi diventare campione di arti marziali e ci stavi riuscendo. Quanto eri contento poi della tua nuova moto e quanto desideravi sederti su quella sella. Era la tua passione, la tua passione ti ha portato via da noi». Luca Bergamaschi frequentava il quarto anno dell’alberghiero Panzini, dopo essersi diplomato alle medie Fagnani. «Eri venuto a imparare ma tu ci hai insegnato tanto – il ricordo del dirigente scolastico Alessandro Impoco. - Luca era un angelo, educato, corretto, composto, un ragazzo d’oro». 


Anche la sorella maggiore ha voluto ricordarlo come un fratello perfetto, attento e premuroso, con cui a volte litigava, come è normale che sia, ma subito facevano pace. «Questo non è un addio – l’intervento del parroco don Aldo – è un a Dio, perché affidiamo Luca a Dio». Il sacerdote ha poi spiegato come tutti da sabato siano sconvolti per questa tragedia. Appena il feretro ha raggiunto il sagrato del Duomo, uscendo dalla chiesa, gli amici di Luca hanno iniziato a sgassare, sovrastando con il rombo delle moto il pianto che l’ha accompagnato. L’ultimo desiderio della madre per il figlio, perché non sentisse il loro dolore ma venisse accompagnato da quel suono che tanto amava. «Grazie a tutti» ha detto la mamma di Luca per poi girarsi verso il feretro, pronunciando «piccolo mio».

I palloncini hanno raggiunto il cielo e i genitori, insieme alle sorelle, hanno seguito in auto il carro funebre su via Cavallotti diretto verso il cimitero. In piazza gli ultimi abbracci tra gli amici, sconcertati. Proseguono intanto gli accertamenti per capire come sia morto il 18enne. Non hanno dubbi familiari e amici che puntano il dito contro il tombino su cui la moto avrebbe urtato, facendo perdere l’equilibrio al giovane centauro. Dopo aver sbandato il mezzo è finito contro un albero e lui è stato sbalzato a terra. Un impatto fatale. Luca Bergamaschi era nato a Milano il 17 aprile 2004 ma da diversi anni viveva a Senigallia, dove la famiglia si era trasferita. Prima a Sant’Angelo e poi in centro. La moto gli era stata regalata in occasione del 18esimo compleanno. Se l’era meritata perché era un bravo ragazzo, prudente e scrupoloso.

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