La love story sul web era una trappola: «Se non paghi pubblico messaggi e foto»

La love story sul web era una trappola: «Se non paghi pubblico messaggi e foto»
La love story sul web era una trappola: «Se non paghi pubblico messaggi e foto»
di Sabrina Marinelli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 7 Maggio 2020, 09:20

SENIGALLIA -  Si innamora di un ragazzo conosciuto su Facebook, nasce una relazione virtuale ma era solo una truffa. Quello che sembrava l’amore della sua vita si è rivelato un impostore. L’ha ricattata chiedendole soldi per non diffondere sue fotografie e messaggi intimi che la donna, una senigalliese, aveva condiviso con lui pensando che il sentimento fosse ricambiato. Un giorno si è vista arrivare una richiesta di amicizia. Un bel ragazzo sembrava ma chissà poi di chi era davvero la fotografia mostrata nel profilo. 

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Ha accettato. Poco dopo lui ha iniziato a scriverle. È nata prima un’amicizia, fatta di racconti e confidenze su Messenger, poi si sono scambiati i numeri di telefono e la relazione, seppur virtuale, si è fatta più seria. La donna, certa della buona fede del suo interlocutore, ha accettato di condividere sue fotografie intime. All’improvviso però, dopo aver ricevuto sufficiente materiale compromettente, dalle parole dolci è passato al ricatto. Avrebbe diffuso nel web le immagini e i contenuti dei messaggi che si erano scambiati se lei non avesse pagato. La donna, terrorizzata, ha iniziato ad assecondare le sue richieste. Prima 100 euro, poi 200, quindi 500, infine 1000 e ancora altri soldi. Insomma le richieste continuavano e dopo avergli dato circa 3mila euro, non avendo più disponibilità economica e avendo capito che non si sarebbe mai fermato, si è rivolta alla polizia.

È andata in Commissariato e ha denunciato quanto le stava accadendo, trovando comprensione e professionalità negli agenti che hanno raccolto la sua denuncia. Dai primi accertamenti è emerso che il numero di telefono corrispondeva ad un uomo residente in Africa. Le indagini sono in corso. In questo periodo di isolamento sono aumentati i casi di sconosciuti che cercano di abbordare donne su Facebook o inviano messaggi o email per informarle di essere in possesso di documenti compromettenti. L’ultimo episodio, segnalato ma non denunciato, riguarda una senigalliese che si è vista chiedere 1000 euro da un uomo che le aveva fatto credere di aver spiato i suoi social tramite una telecamera interna. Lei non ha abboccato, non avendo oltretutto nulla da nascondere. 

«È importante non fidarsi mai degli sconosciuti – raccomanda il vice questore Agostino Maurizio Licari, dirigente del Commissariato – e non condividere con loro informazioni private non avendo certezze di chi possa nascondersi dietro un account. Se chiedono soldi non vanno mai assecondati». Se in città il personale del Commissariato riesce a sventare le truffe e a far rispettare la legge, ha più difficoltà a contrastare il fenomeno che si scatena online. Ecco perché è quanto mai necessaria una maggior accortezza da parte dei naviganti, evitando di dare confidenza a degli sconosciuti che possono fingersi amici o amanti solo per spillare denaro.
 

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