Lettera minatoria choc alla Fondazione Città di Senigallia: «Ecco che fine farà, avvocato»

Lettera minatoria choc alla Fondazione Città di Senigallia: «Ecco che fine farà avvocato»
Lettera minatoria choc alla Fondazione Città di Senigallia: «Ecco che fine farà avvocato»
di Sabrina Marinelli
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Sabato 20 Maggio 2023, 07:28 - Ultimo aggiornamento: 12:07

SENIGALLIA - «Questa è la fine che facciamo fare ai fascisti come lei avvocato Canafoglia». Recita così il contenuto di una lettera minatoria recapitata alla Fondazione Città di Senigallia. Sotto la scritta appare il disegno di un uomo appeso a testa in giù. E’ evidente il riferimento a piazzale Loreto, dove vennero esposti i cadaveri di Benito Mussolini e di altri gerarchi fascisti.

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«Avevo chiesto la massima collaborazione per una soluzione concreta dei problemi che affliggono la Fondazione – spiega l’avvocato Corrado Canafoglia - e per i quali sono stato nominato commissario straordinario ma, per tutta risposta, ho ricevuto, oltre ad attacchi sui media con argomentazioni difficili da comprendere, l’ennesima lettera minatoria».

La terza.

I precedenti

Era già successo nel settembre 2021. «Perché vuole fare la fine di Ambrosoli?». Era una delle frasi contenute nella prima missiva anonima. L’avvocato Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona, venne freddato sotto casa nel 1979. Seguita da una seconda, contenente veleno per topi, nell’agosto del 2022 e infine questa. «Ho provveduto a sporgere querela contro ignoti – prosegue - perché il suo autore è rimasto chiaramente anonimo, e oggi ne pubblico il contenuto, affinchè sia noto a tutti il clima ostile che aleggia intorno al mio operato, anche se nel caso di specie l’autore dovrebbe essere singolo. Questa lettera non mi intimorisce ma mi amareggia perché continuo a non capire cosa possa passare nella testa di una persona sino a spingersi a mandare una lettera di quel contenuto». 
Se nella prima lettera l’autore lo sconsigliava ad andare avanti nell’approfondire questioni poche chiare, riferite alle precedenti gestioni, adesso non se ne comprende il senso. Lui è andato avanti e la procura su quello che ha trovato sta indagando. La settimana scorsa, durante un’audizione in commissione, il commissario straordinario aveva anche informato del blitz della Guardia di finanza per acquisire documenti sulle vecchie gestioni finanziarie della casa di riposo per anziani. Un’indagine parallela la sta conducendo l’Autorità nazionale anticorruzione. 
A questo punto il ruolo del commissario riguarda l’attività di risanamento dell’ente, su cui pesa la causa persa in Cassazione che comporta il pagamento di 14,5 milioni di euro ad Autostrade per l’Italia. «Andrò avanti nel mio mandato unitamente ai dipendenti dell’ente che hanno ben compreso quale sia la strada per salvarlo dalla situazione in cui si trova – conclude l’avvocato Canafoglia - nella speranza che arrivi da parte di tutti a collaborazione richiesta».

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