Lettera anonima con minacce al Cda della Fondazione: «Perché fare la fine di Ambrosoli?»

Lettera anomina con minacce al Cda della Fondazione: «Perché fare la fine di Ambrosoli?»
Lettera anomina con minacce al Cda della Fondazione: «Perché fare la fine di Ambrosoli?»
di Sabrina Marinelli
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Sabato 4 Settembre 2021, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 08:14

SENIGALLIA  - «Perché vuole fare la fine di Ambrosoli?». È una delle frasi contenute nella lettera anonima recapitata ieri al Cda della Fondazione Città di Senigallia riferita all’avvocato Corrado Canafoglia, presidente dimissionario. L’avvocato Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona, venne freddato sotto casa nel 1979.

«Pensi alla sua salute - prosegue la lettera - magari quando fa le sue passeggiate da solo sul lungomare o prende la macchina per andare a qualche processo importante, potrebbe capitargli qualche inciampo e allora perché impegnarsi in questa avventura?». Quindi il “consiglio”: «Si occupi di altro. Fermatevi – prosegue coinvolgendo tutto il Cda – pensate alla vostra salute. Non si sa mai. Non dica che non l’ho avvertito». 


La lettera scritta al computer è stata portata ieri mattina in Commissariato dove l’avvocato Canafoglia si è recato per sporgere denuncia. «Pur non cagionando in noi timori le minacce – commentano dal Cda - non fa piacere leggere accostamenti alla figura tragica dell’avvocato Ambrosoli o riferimenti alla nostra integrità fisica. Non cadremo in alcuna provocazione o attacco personale, posto che gli interessi in gioco sono molto alti e riguardano tutti per cui non possiamo permetterci alcuna distrazione che possa distogliere l’attenzione dai veri problemi».
L’anonimo nella lettera spiega anche che «ci sono verità che è meglio tenere nascoste perché coinvolgono troppe persone in città, troppi enti, troppi potenti di Senigallia».

Il Cda sta preparando una relazione che verrà trasmessa al sindaco, al presidente del Consiglio e al Consiglio perché conoscano nel dettaglio la situazione. «Esprimiamo la nostra piena solidarietà e di tutta l’Amministrazione al Consiglio d’amministrazione della Fondazione – intervengono il sindaco Olivetti e il presidente del Consiglio Bello - e la nostra profonda stima a ciascuno dei suoi componenti per le vili minacce ricevute.

Un gesto esecrabile, che condanniamo decisamente, auspicando allo stesso tempo, e da parte di chiunque, un rasserenamento del clima e del dibattito attorno a questa vicenda». 


Sindaco e presidente rammentano che il Cda, fino alla nomina dei nuovi vertici, resterà in carica per garantire l’ordinaria amministrazione. Non ci sarà quindi un commissariamento. Nel frattempo il Cda dimissionario ha provveduto a far partire diverse lettere di fine rapporto, indirizzate a fornitori, consulenti e altre figure professionali di cui finora la Fondazione si era avvalsa, ritenuti non più necessari, soprattutto in una fase di ristrettezze economiche come questa.

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