Fatima: «Poca solidarietà in città
Sto valutando di andare a Firenze»

Fatima: «Poca solidarietà in città Sto valutando di andare a Firenze»
3 Minuti di Lettura
Domenica 6 Maggio 2018, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 10:27
SENIGALLIA - Sta valutando il trasferimento Fatima Sy. La donna che non ha ottenuto il lavoro presso l’Opera Pia, a causa delle battute sul colore della sua pelle fatte da alcuni anziani, sta considerando la proposta dell’ex assessore di Firenze Massimo Mattei. Prima però parteciperà all’incontro con la cooperativa, che l’ha convocata per il 10 maggio in cerca di una soluzione. 

 

La 40enne senegalese ha ricevuto poca solidarietà in città. C’è stato chi l’ha criticata anche per averla vista indossare una minigonna, come se fosse un reato. Eppure lei è una vittima avendo ricevuto frasi denigratorie che sono state il motivo, come confermato anche in conferenza stampa dai vertici della cooperativa e della casa di riposo, della mancata stipula del contratto. «Ho ricevuto tanta solidarietà fuori Senigallia ma poca nella città che comunque considero mia perché ci vivo da 15 anni – spiega Fatima Sy – francamente non capisco perché tutti si affannano a dire che l’Opera Pia sia una struttura seria che lavora bene. Certo che è così. Qualcuno per caso ha mai detto il contrario?». Se in città è stata avvertita come un problema, perché non sembrano perdonarle la cattiva pubblicità arrivata oltre confine, il resto d’Italia si è mobilitato.

«Verrà in settimana a Firenze – ha annunciato ieri l’imprenditore Mattei – ma non avrà favoritismi. Se lavorerà bene avrà il lavoro». L’ex assessore di Firenze ammette anche di aver ricevuto messaggi poco piacevoli che definisce vergognosi, per aver dato questa opportunità a Fatima. «Valuterò la proposta - dichiara lei – comunque questa battaglia l’ho voluta fare per tutte le donne, non solo per me». Ieri mattina nella sua pagina Facebook ha scritto ciò che avrebbe voluto dire nel corso della conferenza stampa indetta venerdì dall’Opera Pia, dove non ha potuto replicare ma solo ascoltare. «Non sono stata spostata in nessun’altra struttura – scrive - nel senso che nessun’altra possibilità lavorativa mi è stata offerta. Quindi nessuno mi ha messo nelle condizioni di poter accettare o meno una proposta alternativa. Ho subito un’ingiustizia e denunciato i fatti. Nessuno può negare che le parole dette, le motivazioni della mancanza assunzione non siano parole razziste. Invece darmi della persona polemica è una dichiarazione di cattivo gusto. Conosco i miei diritti e nel momento in cui vengono tralasciati, la mia dignità calpestata, oltre a protestare nel mio caso, ho perfino il diritto di querelare chiunque mi rivolge parole razziste e discriminatorie. Grazie a tutti coloro che da vicino o da lontano hanno condiviso questo momento di sofferenza con me».

Sull’accaduto si è espressa anche la Cgil di Ancona auspicando una soluzione. «Riteniamo gravissimo quanto accaduto poichè il diritto al lavoro non può e non deve essere influenzato dal colore della pelle – scrivono in una nota - ci auguriamo inoltre che la cooperativa, come ha già dichiarato, si impegni a ricollocare la lavoratrice». Fatima era in prova e, come ammesso fin dal primo giorno dalla Coop Progetto Solidarietà, non è stata confermata per quell’incarico a causa delle frasi pronunciate da alcuni anziani sul fatto che fosse di colore. Sono disposti però a trovarle un’occupazione presso un’altra struttura.
© RIPRODUZIONE RISERVATA