SENIGALLIA - Un marito padrone fugge di casa con la figlia dopo aver umiliato, denigrato e insultato la moglie per anni. Una storia di soprusi, legati a motivi futili come una camicia stirata male, conclusi con la denunciata sporta alla polizia dalla vittima. Anna, Franco e Luce. Sono i nomi, di fantasia, dati dalla Caritas ai protagonisti.
Anna adesso è al sicuro con la piccola Luce ma ha un sogno: prendere la patente. Non ha però i soldi e per questo la Caritas ha attivato una raccolta fondi. Non serve molto, bastano 330 euro. Un bel gesto di Natale per dare la libertà di essere autonoma ad una donna, vittima di violenza. Anna e Franco si sono trasferiti qui dal sud. Lui ha trovato lavoro da operaio, lei da cameriera. Pagavano l’affitto, erano felici e pensavano a un bambino. Così è stato. La piccola Luce è arrivata. A Franco però i cambiamenti pesano. Si dorme poco la notte, i vestiti sono stirati male, la casa trascurata. Anna spiega che è affaticata ma lui non ascolta. Esce sbattendo la porta.
Quando torna non è più lo stesso. L’abuso di sostanze stupefacenti lo esaspera mentre Anna è certa che prima o poi tutto finirà. Una domenica torna a casa dopo il lavoro: il silenzio è angosciante. Franco e Luce non ci sono. Si dispera, telefona, piange. Alla fine va dalla polizia e lo denuncia. È così che, riabbracciata Luce, inizia la sua lenta, faticosa storia di riscatto. Aiutata dai servizi sociali e da un’associazione antiviolenza, capisce che Franco è un pericolo e chiude coraggiosamente la porta col passato. Piano piano il sorriso torna sul suo bellissimo viso di mamma, il suo pensiero va a una vita serena, quella che vorrebbe dare a Luce.
La Caritas le offre un tetto sicuro, per proteggerla e darle serenità, così lei può costruire mattone su mattone il proprio futuro.