Trappola mortale alla Lanterna Azzurra: in 40 (per ora) chiedono giustizia. Procedimento-bis, ecco tutti gli scenari

La trappola mortale in discoteca: in 40 (per ora) chiedono giustizia
La trappola mortale in discoteca: in 40 (per ora) chiedono giustizia
di Federica Serfilippi
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Martedì 25 Maggio 2021, 06:05

CORINALDO - Si svolgerà, molto probabilmente, su due piani diversi ma paralleli il procedimento bis sulla strage della Lanterna Azzurra di Corinaldo. Se una parte dei 19 indagati (18 persone e la Magic srl, società che gestiva il locale) è intenzionata a procedere con il dibattimento in caso di rinvio a giudizio del gup Francesca De Palma, una buona fetta propenderebbe per il rito alternativo.

È lo spaccato emerso ieri mattina nel corso del primo “round” dell’udienza preliminare sul filone d’inchiesta legato alle autorizzazioni e agli aspetti di sicurezza della discoteca trasformatasi l’8 dicembre 2018 in una trappola mortale dove persero la vita 6 persone (cinque minori e una mamma di 39 anni) e ne rimasero ferite oltre 200.

Eventuali riti alternativi non sono ancora stati formalizzati.

Ma, da quanto è stato possibile apprendere, almeno cinque indagati vorrebbero vedere chiarita la loro posizione con l’abbreviato. Tra questi ci sarebbero il dj del locale, Marco Cecchini, e i quattro proprietari dell’immobile di via Madonna del Piano (per la procura «totalmente inidoneo sia dal punto di vista strutturale, che da quello giuridico, all’uso a cui era destinato»): Alberto, Marco, Letizia Micci e Mara Paialunga. Ipotesi patteggiamento per Francesco Bartozzi, amministratore unico della Magic, Carlantonio Capone, socio della Magic, e Alessandro Righetti, addetto alla sicurezza dell’uscita dove crollarono le balaustre esterne durante il fuggi fuggi scomposto degli avventori, concausato dalla propagazione dello spray urticante in possesso dei rapinatori modenesi, già condannati in primo grado.

Procederanno con l’ordinario i componenti della Commissione di Vigilanza (il sindaco di Corinaldo Matteo Principi, Rodolfo Milani, del Comando provinciale dei vigili del fuoco, Francesco Gallo, rappresentante dell’Asur Senigallia, Massimiliano Bruni, perito esperto in elettronica, Stefano Martelli, responsabile del Servizio di polizia locale e Massimo Manna, responsabile dello Suap) che nell’ottobre 2017 rilasciò al locale la licenza di pubblico spettacolo pur, dice la procura, non avendone i requisiti.

A rischio processo anche Quinto Cecchini, altro socio della Magic, il responsabile della sicurezza Gianni Ermellini e due consulenti esterni: Maurizio Magnani e Francesco Tarsi. Sono state una quarantina le costituzioni di parte civile presentate (su 210 parti offese), tra cui quelle dei familiari delle sei vittime, del Codacons e di alcuni feriti. Dieci di questi ultimi hanno avanzato un risarcimento complessivo di 700mila euro. Udienza rinviata al 30 settembre. 

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