Scrive un messaggio su una banconota: trent'anni dopo qualcuno gli risponde dall'Algeria

La banconota firmata
La banconota firmata
di Sabrina Marinelli
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Mercoledì 13 Gennaio 2021, 07:55

SENIGALLIA - Scrive un messaggio su una banconota da mille lire e dopo oltre 30 anni viene contattato dall’Algeria. Una sorta di messaggio nella bottiglia affidato dal senigalliese Davide Servadio a quella che negli anni ’90 era una modalità diffusa. Molti erano soliti scrivere sui soldi. Usanza che, con l’avvento dei social, è poi andata scemando. L’aveva scritto in inglese il messaggio pensando forse che sarebbe potuto finire anche oltre i confini nazionali. Così infatti è stato.

 
Era il 1990. Davide Servadio aveva 15 anni. Aveva precisato di essere nato il 1° aprile 1975 e che si trovava a scuola. Sul retro aveva aggiunto che frequentava la 2° C dei Geometri. Oggi li chiameremmo dati sensibili ma all’epoca, quando la privacy era ben altra cosa, era solo il gioco di un ragazzino. «Il mio intento – racconta Davide Servadio – era vedere, per gioco, se quella banconota sarebbe tornata un giorno tra le mie mani ma, per tanti anni, così non è stato e, francamente, ormai non ci pensavo più di aver scritto su quelle mille lire». Nei giorni scorsi ha ricevuto un’email. L’oggetto era scritto in francese e stava per cestinarla, credendo fosse un virus. L’indirizzo però era quello della segretaria del sindaco. Credendo ancora che un virus fosse partito dal suo indirizzo l’ha contattata, scoprendo che era tutto reale. Un certo Samir dall’Algeria lo stava cercando e aveva contattato il sindaco Massimo Olivetti. Non riuscendo a trovarlo, perché nel frattempo non abitava più a quell’indirizzo e nemmeno il numero telefonico era più attuale, ha cercato su internet Senigallia e trovato il modo di chiedere aiuto al sindaco. Davide Servadio lo conoscono tutti avendo lavorato in Comune per molti anni. Attualmente è impiegato presso la protezione civile. «L’ho contattato – aggiunge – e mi ha spiegato di aver trovato la banconota in tasca ad un giubbotto comprato nel 1998, in un mercatino dell’usato della sua città, Tizi Ouzou, un centro urbano di circa 143mila abitanti, in Algeria. Mi stava cercando da quell’anno ma la lettera che mi spedì all’epoca sembra non essere mai arrivata». A Samir quella banconota è tornata tra le mani, l’ha sempre conservata, e ha deciso di insistere nella ricerca, affidandosi al Comune. Obiettivo centrato. 
«Mi ha detto che quando sarà possibile mi verrà a trovare – conclude Davide Servadio – e sarei davvero felice di incontrarlo.

Mi ha molto colpito questa vicenda e anche sorpreso, non ci pensavo più». Una volta scritto il messaggio ha speso le mille lire che hanno iniziato a girare di mano in mano. Nel 1998, otto anni dopo, sono finite in Algeria e lì il loro girovagare si è fermato non essendo una valuta spendibile. Alcuni anni dopo in Italia ha debuttato l’euro e ormai era certo che quella banconota non sarebbe più circolata, forse finita in qualche scatolone o ritirata durante la prima fase, in cui era possibile convertire le lire in euro. Di certo dal 2002 aveva smesso di passare di mano tra acquirenti e venditori e viceversa.

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