«Ti auguro l’Hiv e che tu possa soffrire». Lo stalker di Senigallia Mazzoni di nuovo in carcere

«Ti auguro l’Hiv e che tu possa soffrire». Lo stalker Mazzoni finisce di nuovo in carcere
«Ti auguro l’Hiv e che tu possa soffrire». Lo stalker Mazzoni finisce di nuovo in carcere
di Sabrina Marinelli
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Venerdì 31 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 07:21

SENIGALLIA - Di nuovo in carcere Jurgen Mazzoni, tornato alla carica con la ragazza che già aveva perseguitato e minacciato di morte. Nonostante due arresti, dall’autunno del 2022 avrebbe tentato di ricontattarla. Si trovava nella comunità Papa Giovanni XXIII di Coriano, come misura alternativa al carcere. Stando a quanto contestato, le aveva prima mandato dei messaggi sui social dal proprio profilo, che lei aveva prontamente bloccato. Poi erano arrivati messaggi da altri profili falsi sia a lei che nei social del lavoro. E’ emerso che erano partiti dal computer e dallo smartphone del 47enne, entrambi sequestrati. 


Il sequestro

Inquietanti gli appunti che la polizia ha trovato nella sua stanza, in cui lui avrebbe augurato un grave incidente stradale, oppure di venire uccisa da qualcuno, di prendere l’Hiv o di suicidarsi.

Insomma, di vederla morta o sofferente. Il gip, alla luce di quanto emerso, ha disposto la custodia cautelare nel carcere di Rimini.

Il 47enne senigalliese è accusato di atti persecutori aggravati nei confronti della giovane. L’indagine, condotta in sinergia dalla Squadra Mobile di Ancona e dal Commissariato di Senigallia, nasce dall’ennesima denuncia sporta dalla parte offesa, di vent’anni più giovane rispetto al suo stalker. 

Mazzoni aveva ripreso a molestare la vittima, inviandole diversi messaggi e commenti sui profili social e in quelli in cui la stessa compariva, in modo tale da rifarla piombare nell’incubo da lei vissuto per i precedenti atti persecutori perpetrati dal 47enne. Mazzoni era infatti già stato arrestato per stalking aggravato nel 2017, reato per cui è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere.

Nel 2021, la seconda condanna a un anno e quattro mesi per aver incendiato i veicoli dei familiari della vittima di stalking, a cui ha fatto seguito la misura del divieto di avvicinamento alle parti offese.

Nel 2001 ha ucciso la moglie occultandone il corpo

Nel 2001, invece, è stato accusato di aver ucciso la moglie, strangolandola e occultandone il cadavere. Condannato a 16 anni, era tornato libero già nel 2009. «Sia lei che la famiglia sono piuttosto preoccupati – commenta l’avvocato Ruggero Tomasi, legale della vittima di stalking - ma l’attenzione è massima e sarà massima anche per il futuro. Sono state erette delle palizzate non valicabili per questo genere di reati».

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