Amir fuggito a piedi dal Pakistan: «Ho un lavoro ma non trovo casa. Porte chiuse perchè sono straniero»

Amir fuggito a piedi dal Pakistan: «Ho un lavoro ma non trovo casa. Porte chiuse perchè sono straniero»
Amir fuggito a piedi dal Pakistan: «Ho un lavoro ma non trovo casa. Porte chiuse perchè sono straniero»
di Sabrina Marinelli
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Venerdì 15 Aprile 2022, 08:20

SENIGALLIA - Un profugo, assunto a tempo indeterminato, non trova una casa da prendere in affitto. E’ il caso di Amir Amza, 19enne pakistano, che si è visto chiudere molte porte in faccia (a sentir lui) «perché straniero». Inoltre, iniziando la stagione turistica, trovare un alloggio tutto l’anno è pressocché impossibile. Per mesi l’ha cercato e adesso è davvero disperato.

«Tra una decina di giorni devo lasciare la struttura dove sono stato accolto per fare posto ad altri che ne hanno più bisogno – racconta –, io un lavoro ce l’ho quindi, in teoria, non dovrei più aver bisogno però non riesco a trovare una casa.

Come sentono che sono straniero non mi vogliono. Non so dove andare».

Le garanzie

Ha tutte le garanzie per pagare l’affitto anche in futuro, avendo un contratto a tempo indeterminato, ma niente da fare. Si è visto erigere più volte un muro di pregiudizi. Questo ragazzo ha compiuto un’impresa incredibile per salvarsi e, dopo tutto quello che ha passato, non vuole ritrovarsi senza un tetto. «Avevo 16 anni quando sono scappato a piedi dal Pakistan – ricorda – i miei genitori sono stati uccisi per motivi religiosi. Io mi sono incamminato, sono andato prima in Iran poi in Turchia, la gente per strada mi ha sempre aiutato per fortuna. Non ero solo, eravamo scappati in diversi. Poi sono andato in Grecia e risalendo i Balcani sono arrivato fino in Italia, sempre a piedi. Prima sono stato a Bologna, poi ad Ancona e infine a Senigallia dove ho trovato un lavoro». 
E’ stato preso prima in prova nel ristorante Sushi Corner, dove poi è stato assunto a tempo indeterminato avendo dimostrato di essere serio e affidabile come addetto alla preparazione del sushi. Arrivato in Italia è stato anche ricoverato per diversi giorni perché era sfinito dal lungo viaggio. Il suo fisico era fortemente debilitato. «Ho pensato di allestire una parte del magazzino, che è molto ampio, con una branda – spiega Antonio De Luca, datore di lavoro – per non lasciarlo in mezzo ad una strada. Ho cercato anch’io per lui ma, purtroppo, invano. Appena sentono che è straniero non lo vogliono poi adesso è tutto molto più complicato con l’estate alle porte. Lui una casa in affitto se la può permettere, ha i soldi, ma non la trova. E’ assurdo. Oltre ad essere un grande lavoratore, mi ha colpito il suo sorriso e il suo essere sempre allegro nonostante tutto quello che ha passato». 

Il contatto

E’ disposto anche a dividere un alloggio con altre persone. Si accontenta solo di una stanza per poter dormire. Spera quindi di poter trovare una sistemazione dignitosa. Chi fosse interessato ad affittargli un appartamento potrà contattarlo al numero 071.659845, del ristorante dove lavora.

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