Valeria morta e marito accusato di omicidio preterintenzionale, i figli: «Nessuno sia lasciato solo con la malattia»

Valeria morta e marito accusato di omicidio preterintenzionale, i figli: «Nessuno sia lasciato solo con la malattia»
Valeria morta e marito accusato di omicidio preterintenzionale, i figli: «Nessuno sia lasciato solo con la malattia»
di Sabrina Marinelli
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Sabato 29 Ottobre 2022, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 21:39

SENIGALLIA - «L’amore in casa non è mai mancato». A parlare sono Stefania e Gabriele Giuliani, raccontando il dramma delle famiglie lasciate sole nel prendersi cura dei propri cari malati. Dietro la tragedia di Filetto, in cui la loro madre Valeria Baldini ha perso la vita, c’era una quotidianità segnata da una dedizione totale e faticosa che ha avuto come protagonista proprio il padre Marino Giuliani, ora agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio preterintenzionale per un gesto andato oltre le proprie intenzioni. 

La fatalità 

La mattina della disgrazia voleva farla smettere di gridare quando, con una mano, le ha coperto la bocca togliendole, pur non volendolo, il respiro.

Il 79enne non voleva che il figlio si svegliasse. Tutto qui. Mai avrebbe azzittito la moglie solo perché le sue urla gli davano fastidio. C’era abituato, consapevole che fosse l’Alzheimer a scatenarle, e l’amava al punto tale da averle dedicato tutto il suo tempo, restando a disposizione dalla mattina alla notte. Si occupava lui anche della fisioterapia. «Nell’enorme dolore che stiamo vivendo - racconta Gabriele - l’unica cosa che ci dà forza è l’amore che in questa casa non è mai mancato». Hanno sempre pensato che si fosse trattato di una tragica fatalità e in questo hanno subito creduto anche le comunità di Ostra e Filetto, che giovedì si sono strette intorno a loro. 

La comprensione

«Durante il funerale - aggiunge - abbiamo avuto testimonianza della vicinanza della gente». La sorella Stefania prosegue: «Voglio ringraziare tutti, comunità e forze dell’ordine, non era scontato che arrivasse subito la comprensione. L’unico senso che riesco a dare a questa tragedia che stiamo vivendo, è quello di aiutare altre famiglie». Chi non vive la quotidianità di un malato di Alzheimer, come nel loro caso, o di altre patologie degenerative e di difficile gestione, non può comprendere la sofferenza dei familiari abbandonati a se stessi, come è accaduto in casa Giuliani. «Vorremmo che quanto successo a noi possa essere da monito per le istituzioni - concludono - perché nessuna famiglia venga lasciata sola in situazioni dove la malattia diventa incontrollabile. L’aiuto che è mancato a noi, vorremmo che venisse offerto, d’ora in poi, a tutte le famiglie perché vengano accompagnate e sostenute nell’affrontare malattie degenerative. Noi ci siamo sentiti soli, ma nessuno deve esserlo». 

L’esortazione 

La tragedia che ha portato alla morte della 77enne deve quindi diventare un’esortazione per il sistema sanitario e le istituzioni più in generale, perché sostengano chi deve affrontare il traumatico percorso che porta a vedere una persona amata spegnersi a causa di una malattia ingestibile.

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