Senigallia, l'abbraccio settanta anni
dopo: «Ho ritovato la mia mamma»

Senigallia, l'abbraccio settanta anni dopo: «Ho ritovato la mia mamma»
di Sabrina Marinelli
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Sabato 13 Luglio 2019, 06:50
SENIGALLIA - Settant’anni rubati. Non un ricordo, una carezza. Nulla fino al 2019. L’anno della svolta per Rosanna Cervelli e la madre biologica Angela Castellucci. Quasi 71 anni la figlia, 85 la madre. Un primo incontro c’era stato il 28 gennaio quando Rosanna, che oggi preferisce farsi chiamare Anna, aveva saputo chi fosse la madre. Nei giorni scorsi si sono riviste ufficialmente e l’anziana madre ha acconsentito affinché venisse divulgata la sua identità e la dolorosa vicenda che affonda le radici in una storia di violenza. Non ha abbandonato Rosanna. Con l’inganno le hanno impedito di crescere insieme. «Era solo una ragazzina indifesa quando a 14 anni è stata violentata – racconta Rosanna Cervelli –, lei non ne vuole parlare ed io rispetto il suo grande dolore. Certo è che non ho intenzione di cercare mio padre, che probabilmente sarà anche morto. Non voglio nemmeno sapere chi sia stato a fare così male a mia madre».
 
La donna abita in un paesino della Puglia. Il 28 agosto 1948 la portarono a Senigallia a partorire. Le dissero che la neonata era nata morta. Lei tornò quindi a casa cercando di dimenticare tanta sofferenza. Prima lo stupro poi la notizia della bimba morta in quella culla dove l’avevano adagiata dopo il parto. Alla piccola, che in realtà stava bene, avevano dato il cognome Agostiniani, essendo venuta al mondo il giorno di Sant’Agostino. Una volta adottata era diventata Rosanna Cervelli. Si era trasferita con i genitori in provincia di Rieti, dove era stata vittima di violenza, come ha raccontato nel suo libro autobiografico «Perché? Una storia vera». Dopo essersi riscattata da un’infanzia e adolescenza di abusi, si è dedicata al prossimo, fondando l’associazione Mango per aiutare i bambini orfani del Paraguay. Ora vive a Civitanova ma è venuta di recente a Senigallia per cercare le sue origini. Aveva lanciato la scorsa estate anche un appello dalle pagine del Corriere Adriatico pensando che la madre potesse essere in zona. «Ho atteso 70 anni questi momenti – racconta - è stato difficile combattere contro tutto e tutti ma la mia perseveranza è stata premiata. Non finirò mai di ringraziare i due angeli del Tribunale di Roma Carocci e Casolaro per il grande lavoro che hanno fatto per realizzare il mio sogno».
Una volta risaliti all’identità della madre, dal Tribunale hanno contattato la donna per sapere se fosse interessata a conoscere quella figlia che nemmeno sapeva di avere. Ha subito accettato. C’è stato quindi un primo incontro formale e privato. Intenso, quasi infinito, quell’abbraccio negato per settant’anni. Poi, dopo il tempo necessario a metabolizzare l’accaduto, una festa in famiglia che Rosanna Cervelli ha voluto condividere sulla sua pagina Facebook, fiera di poter finalmente mostrare al mondo intero sua madre. Con lei ha conosciuto anche un fratello e due sorelle.
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