Va al compleanno della figlia in Grecia: padre-coraggio arrestato in aeroporto

Emilio Vincioni con la figlia
Emilio Vincioni con la figlia
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Lunedì 3 Febbraio 2020, 05:50 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 12:56

SASSOFERRATO - Odissea senza fine per il sassoferratese Emilio Vincioni. Sabato, appena sbarcato all’aeroporto di Atene, le valigie colme di regalini per festeggiare sua figlia che oggi compie 4 anni, è stato prelevato dalla polizia greca ed arrestato. Trasferito in vari posti di polizia durante la notte, solo ieri mattina ha saputo che deve il suo arresto ad una denuncia della moglie. Lo accusa di versare solo 400 dei 550 euro stabiliti dal giudice greco per il mantenimento. È stato liberato ma oggi, lunedì, dovrà presentarsi in tribunale nella capitale greca per essere processato «senza che né io, né il mio avvocato greco, abbiamo avuto accesso alla denuncia e al dossier». Lancia un appello accorato alle autorità italiane: «sostenetemi nel far rispettare i miei diritti di padre e tutelare i minori italiani portati all’estero da genitori stranieri». Una storia finita male, quella di Emilio, bancario, e di una donna greca, quarantenne, laureata in scienze politiche, incontrata nel 2012 ad un meeting aziendale su un’isola nel Peloponneso. Il colpo di fulmine si concretizzò in un matrimonio il 1 dicembre 2013 e nella decisione della coppia di vivere a Sassoferrato. 

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Passano quasi due anni e il sogno è coronato dall’arrivo di una bambina. La moglie però vorrebbe condividere il parto con la sua famiglia e vola in Grecia, da dove però non rientreranno più né lei, né la neonata. «A nulla sono valsi i tentativi bonari del padre di far tornare mamma e bambina in Italia» spiega l’avvocato Federica Guarrella di “Penelope Marche”, l’associazione specializzata nella ricerca di persone scomparse. Associazione che ha dato voce a questo papà spogliato del suo ruolo di padre. «Così Vincioni ha chiesto il rimpatrio della minore ai sensi della Convenzione dell’Aja del 1980 dinanzi al giudice greco che però, in procinto di accogliere il ricorso, ha sospeso la decisione rimettendosi alla Corte di giustizia Europea per l’interpretazione del concetto di “residenza abituale” del neonato. E la Corte lo ha interpretato affermando che il centro degli interessi della minore, proprio perché nata in Grecia, fosse quel paese, a prescindere dall’intento e dal preciso accordo tra i coniugi di vivere in Italia. Di conseguenza, il tribunale greco ha negato il rimpatrio della bambina e mentre il Tribunale di Ancona si dichiarava competente per la separazione tra coniugi, ha affermato che, per difetto di giurisdizione, non poteva decidere sull’affidamento e il mantenimento del minore». La moglie ottiene pertanto dalle autorità giudiziarie greche l’affidamento della figlia e l’obbligo per Emilio del suo mantenimento. 

«Però nonostante a maggio 2019 sia iniziato un processo penale per sottrazione di minore presso il Tribunale di Ancona – incalza Emilio - lei circola ovunque, anche in Italia, invece io sono arrestato come un soggetto pericoloso anche se verso ogni mese 400 euro dei 550 euro imposti dal giudice che, a scopo informativo, basterebbe in Grecia per mantenere un’intera famiglia e nonostante avessi dimostrato che non potevo darne più di 300».

Un inferno che Emilio condivide purtroppo con tanti altri genitori: «Sono 454 i bimbi italiani portati all’estero senza il consenso dell’altro parente – ricorda Giorgia Isidori, presidente di Penelope Marche - vittime innocenti della sottrazione internazionale di minori».

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