Il Salesi piange la dottoressa Paola Simone: Ha salvato tanti piccoli pazienti dalla leucemia

Il Salesi piange la dottoressa Paola Simone: Ha salvato tanti piccoli pazienti dalla leucemia
Il Salesi piange la dottoressa Paola Simone: Ha salvato tanti piccoli pazienti dalla leucemia
di Andrea Maccarone
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Martedì 20 Settembre 2022, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 08:35

ANCONA Si è spenta venerdì scorso a 96 anni l’anima del pediatrico Salesi. La città piange la scomparsa di Paola Simone, storica pediatra dell’ospedale dei bambini dove ha prestato servizio fino alla fine degli anni ’80, ma continuando poi ad esercitare la professione ad Ancona e in provincia. Lascia la figlia Alessandra e i nipoti Matteo e Gemma.  
Il funerale si è svolto ieri pomeriggio alla chiesa del Sacro Cuore alla presenza dei tanti colleghi, amici e pazienti oggi stimati professionisti. La dottoressa Simone nel 2014 è stata insignita del Ciriachino d’Oro per la carriera medica, in particolare per l’impegno nella lotta contro la leucemia che le ha permesso di salvare tante vite di piccoli degenti. Univa la conoscenza all’umanità. «Ho lavorato al suo fianco dal primo giorno che ho preso servizio al Salesi nel ’79 - ricorda la dottoressa Patrizia Osimani, già responsabile del reparto di Malattie infettive dell’ospedaletto - mi ha insegnato molto, le mie colleghe dicevano che nel modo di esercitare la professione ricordavo la Simone».

Simbolo del medico amica dei bambini, è entrata nel cuore di generazioni di anconetani.

Il ricordo del dottor Pizzi

«La ricordo come paziente e come collega - afferma il medico Simone Pizzi, rianimatore pediatrico e già presidente del consiglio comunale -: un esempio per intere generazioni di medici per formidabile intuito clinico e di come la medicina pediatrica non sia solo curare ma prendersi cura del piccolo paziente e di tutto il nucleo familiare». 
Nata a Bari nel ’26, la dottoressa Simone si trasferisce ad Ancona dove si laurea in medicina e chirurgia nel 1952. All’epoca non era diffusa la figura femminile del medico pediatra, e anche per questo, oltre alla riconosciuta competenza, è riuscita a rimanere nel cuore degli anconetani. Negli anni ’60 si specializza nella cura dei bambini leucemici, in quel periodo scarseggiavano strumenti e cure. Sul finire degli anni 80 va in pensione ma continua ad esercitare come pediatra. Da anni, oltre all’arte medica, svolgeva premurosamente la professione di nonna.
 

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