Ancona, il nuovo Salesi è in ritardo di 4 anni. Sarà pronto soltanto nel 2026

Ancona, il nuovo Salesi è in ritardo di 4 anni. Sarà pronto nel 2026
Ancona, il nuovo Salesi è in ritardo di 4 anni. Sarà pronto nel 2026
di Maria Cristina Benedetti
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Giovedì 23 Marzo 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 15:15

ANCONA - Per effetto domino il nuovo Salesi è sempre cristallizzato nella fase embrionale. Secondo le previsioni, rese vane dall’incedere del Covid, della guerra che infiamma l’Ucraina, e dai problemi legati alle forniture di materiali, impianti e arredi, il materno-infantile si sarebbe dovuto inaugurare il 25 febbraio del 2022. Resetta il cronoprogramma, Armando Gozzini: «Sarà finito fra tre o quattro anni». Per il neo direttore generale, che s’è insediato a via Conca da poco più di un mese, prima del 2026 non se ne parla.

 
La prospettiva 


Transenne e sterrati sono ancora l’unica prospettiva per avere in un’unica cittadella sanitaria il pediatrico, un’operazione faraonica da 83 milioni, rallentata da un concatenarsi di eventi e di rinvii.

L’effetto domino, appunto. Il collaudo, più volte annunciato, della nuova camera mortuaria è un nulla di fatto per un ritardo tecnico, generato dalla necessità di adeguare gli allacci al quadro elettrico. L’azione conseguente ha visto procedere in sinergia la Regione, responsabile del contenitore, e Torrette che lo è del contenuto sanitario. 


Lo scatto 


Un passaggio propedeutico, quello del test di valutazione, affinché avvenga lo scatto del cantiere. Solo quando quei locali, finiti e arredati, sostituiranno il vecchio obitorio si potrà abbattere la palazzina, quasi del tutto evacuata, che ora ospita la struttura obsoleta, sulle cui macerie sorgerà il materno-infantile. Gozzini veglia in tempo reale: «Palazzo Raffaello garantisce che si sta cercando di risolvere l’empasse. Entro qualche settimana la situazione si sbloccherà. L’importante è fare bene e giusto». Nel grande piazzale che si allarga lì a fianco, ruspe ed escavatori hanno ripreso la loro marcia: sistemati i muri di contenimento, si tenta di recuperare il tempo perduto anticipando i lavori delle paratie che, una volta terminata, circonderanno la struttura. È stato superato anche lo stop di qualche settimana delle ditte subappaltatrici: si sarebbero fermate per problemi sorti con l’azienda appaltatrice. Un blocco che tuttavia non ha inciso sullo stato d’avanzamento delle opere. Nessun ostacolo sul fronte della variante, decisa in via Gentile da Fabriano, da 25 milioni di euro per realizzare il sesto piano della nuova costruzione del Salesi, dove dovrebbero andare i reparti di Ginecologia e Ostetricia; tutti i percorsi Covid e gli adattamenti necessari ai manuali di accreditamento. Arrivano sempre dalle casse regionali i 350mila euro spesi per sistemare i pali che sorreggono il piazzale dell’elisuperficie, così da garantire maggiore sicurezza al traffico dei voli in notturna. Gozzini indica sulla foto-panoramica sistemata alle spalle della sua scrivania le coordinate della metamorfosi: «Vede questo terreno agricolo dietro l’edificio che verrà abbattuto? La Regione ha messo 6 milioni per espropriare l’area, lì saranno organizzati i posteggi per i dipendenti. Quelli di fronte all’entrata dell’ospedale saranno riservati all’utenza». 


Lo spazio 


Sposta l’attenzione e la barra di riferimento fino ad arrivare al centro direzionale: 5.000 metri quadrati che prenderanno forma nel parcheggio di fronte al vecchio ingresso. «Il cantiere - è l’orgoglio del dg - è già partito. Con 11 milioni di nostri investimenti e tre piani sorgeranno gli uffici. Tra un anno e mezzo saranno funzionanti». Accelera e allarga lo sguardo sulla visione d’insieme sintetizzata in quella mega-immagine. «Fra tre anni finalmente gli ospedali qui saranno completamente riuniti». Ripassa veloce lo schema: Lancisi, Umberto I e presto il Salesi. Dalla suggestione alla pratica è un soffio: «Si innescheranno delle economie di scala. Fondamentale». Punta sull’effetto-emozionale: «Sono salito su un treno in corsa, un Frecciarossa non certo un locale, lo devo portare a destinazione». Alla fermata-futuro.

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