Zero pazienti infetti, il pronto soccorso di Torrette è Covid free dopo due mesi. I medici: «E' una liberazione»

Il Pronto soccorso di Torrette è di nuovo Covid free
Il Pronto soccorso di Torrette è di nuovo Covid free
di Stefano Rispoli
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Venerdì 9 Aprile 2021, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 18:16

ANCONA - L’8 febbraio scorso a Torrette veniva assunta la drastica decisione di convertire la nuova Osservazione Breve Intensiva (Obi) a reparto Covid. Esattamente due mesi dopo, quella stessa sala diviene nuovamente “free”.

Dopo oltre 60 giorni d’emergenza assoluta, torna a respirare il Pronto soccorso dove ieri pomeriggio, per la prima volta dall’inizio della terza ondata pandemica, non c’era nemmeno un paziente contagiato. Un segno tangibile di cambiamento: forse è davvero vicina l’uscita dal tunnel. 

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La decisione di liberare una delle due sale Obi - l’altra resterà a pressione negativa, con 8 letti Covid più 4 aggiuntivi - consente di recuperare 10 postazioni di prima emergenza per i pazienti non contagiati dal virus. «Vorrei dirlo sottovoce, ma negli ultimi due giorni c’è stato un calo importante dei pazienti Covid - conferma il dottor Aldo Salvi, primario del Pronto soccorso di Torrette -. Contemporaneamente, stiamo assistendo a una risalita degli accessi dei non-Covid: significa che le persone tornano a curarsi, quando prima erano timorose di frequentare gli ambienti ospedalieri, dove la sicurezza, comunque, è stata sempre garantita».

Il futuro sembra in discesa, adesso che il virus circola meno. «Sì, assisteremo a una fase calante dei contagi - prevede Salvi -.

Questa malattia ha un andamento sinusoidale: abbiamo visto innescarsi una fase di discesa e penso che continueremo così per varie settimane. Poi si vedrà: molto dipenderà dallo stato di avanzamento delle vaccinazioni». 


Dopo due mesi, dunque, il Pronto soccorso può dirsi libero dal Covid. Un incubo che finisce, anche se sarà difficile cancellare le immagini delle ambulanze in fila nel parcheggio e delle attese infinite, fino a 14 ore per essere visitati. Il 30 marzo l’ultimo record: occupati tutti i 22 letti Covid del punto di primo intervento, ora svuotato. In meno di 10 giorni la situazione si è ribaltata in positivo. «È stata un’esperienza molto significativa per noi - ammette il dottor Salvi -, ha stressato le capacità organizzative e assistenziali del dipartimento di emergenza che si è trovato ad affrontare grossi problemi in poche ore e li ha risolti grazie alla collegialità e alla collaborazione tra i vari operatori».

La dottoressa Susanna Contucci, responsabile dell’Obi, parla di «liberazione. Per la prima volta non abbiamo nemmeno un paziente Covid. Non succedeva da ottobre. Ovviamente si tratta di un momento, rivedremo persone contagiate dal virus, ma questo ci fa ben sperare, tant’è che abbiamo deciso, dopo due mesi, di rendere free la nuova Obi». Due mesi che la dottoressa Contucci definisce «durissimi», nei quali «si è andati anche oltre la capienza dei 22 posti, considerando i pazienti in attesa seduti».

Si sono vissuti momenti drammatici, come l’8 marzo quando, per alcune ore, il Pronto soccorso ha toccato il tutto esaurito e ha negato l’accesso a nuovi contagiati, dirottando le ambulanze in altri ospedali. «È stata un’esperienza frustrante, non ci era mai capitato nulla di simile - continua la direttrice dell’Obi -. Abbiamo visto pazienti gravi, molti giovani. Abbiamo vissuto emozioni forti. Ora confidiamo nei vaccini e nella responsabilità della gente perché se non impariamo dagli errori, in un attimo potremmo ricadere nel baratro». 

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