La tragedia di Corinaldo: «Un servizio specifico di controllo non c’era. Mai fatte verifiche sul numero di avventori»

La tragedia di Corinaldo: «Un servizio specifico di controllo non c’era. Mai fatte verifiche sul numero di avventori»
La tragedia di Corinaldo: ​«Un servizio specifico di controllo non c’era. Mai fatte verifiche sul numero di avventori»
di Federica Serfilippi
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Sabato 28 Gennaio 2023, 03:00

ANCONA «Per quella notte non era stato predisposto un servizio specifico di controllo per la Lanterna Azzurra. E non c’erano stati incontri preventivi con questura o prefettura. Se prima della tragedia era stata fatta una verifica su eventuali episodi di sovraffollamento? Purtroppo no». È il nocciolo della testimonianza resa ieri dal maresciallo Francesco Gagliardi, ex comandante dei carabinieri della stazione di Corinaldo, sentito in merito al processo incardinato contro i cosiddetti colletti bianchi per la strage dell’8 dicembre 2018. 


Le raccomandazioni

«Ero venuto a conoscenza dell’evento - ha riferito il miliare - attraverso i social e la mattina del 7 mi ero recato al locale per parlare con Marco Cecchini (dj e gestore di fatto dell’evento, già condannato a 5 anni, ndr) per chiedergli di rispettare la capienza e sincerarmi della predisposizione del servizio di sicurezza.

Ci furono della raccomandazioni verbali. Per quella notte, la Compagnia di Senigallia aveva predisposto dei servizi di controllo del territorio, ci sarebbero stati dei passaggi in discoteca della pattuglie, ma non era previsto un presidio fisso». Gli avvocati delle parti civili hanno insistito su un aspetto: «Sì, da Marco Cecchini avevo ricevuto gratuitamente un paio di biglietti per l’evento. Può essere capitato anche in altre occasioni». L’ex comandante ha anche riferito come prima della tragedia non «fosse mai stato fatta un controllo per verificare il numero di avventori presenti. C’erano stati solo dei riscontri visivi». 

Sull’ex sindaco di Corinaldo, Matteo Principi, imputato e ieri presente in aula: «Si è sempre dato da fare - ha continuato il carabiniere - affinché i gestori del locale tenessero dei comportamenti consoni» quando succedevano episodi allarmanti. E sono stati citati: il coma etilico di un minore, i drink versati agli under 18 e le risse. Sul banco dei testimoni anche il dottor Mauro Silvestri, della Squadra Amministrativa della questura: «La norma prevede che quando ci sono dei servizi di sicurezza per gli eventi, la società preposta deve inviare una comunicazione alla Prefettura, in maniera tale da conoscere la portata dell’evento e il numero di addetti che vengono impiegati». Per l’evento della Lanterna c’erano state comunicazioni? «Sì, alle 2.21 dell’8 dicembre». Quando ormai la tragedia era avvenuta. «È stata inviata alla Prefettura dalla società di sicurezza una lista con 11 addetti. Ma non possiamo dire che fossero effettivamente presenti in discoteca». 
Sono stati sentiti anche l’elettricista del locale («non venivano compilati documenti per attestare gli interventi manutentivi, solo le fatture dei prodotti eventualmente ordinati») e il titolare dell’agenzia chiamata a montare il palco e altri arredi. Ci furono due interventi: uno prima della verifica della Commissione di Vigilanza e uno dopo, il 23 ottobre 2017. «Ho portato del materiale aggiuntivo, perché il lavoro fatto il 6 ottobre non era finito». Per le difese: lo stato dei luoghi ha subito una modifica. E, dunque, la licenza di pubblico spettacolo sarebbe stata rilasciata il 12 ottobre 2017 sulla base di una condizione strutturale poi modificata. 

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