Strage di Corinaldo, i giudici sulla banda dello spray: «Aveva un programma criminale duraturo»

Corinaldo, la banda dello spray: «Struttura organizzata che aveva un programma criminale duraturo»
Corinaldo, la banda dello spray: «Struttura organizzata che aveva un programma criminale duraturo»
di Federica Serfilippi
2 Minuti di Lettura
Lunedì 18 Luglio 2022, 19:22 - Ultimo aggiornamento: 19:48

ANCONA - La banda di rapinatori della Lanterna Azzurra formava una «struttura organizzata» che aveva un «programma criminale duraturo» basato sulla commissione di furti e scippi nei locali. A quattro mesi dalla sentenza della Corte d'Appello che ha portato alla condanna bis dei sei rapinatori della Bassa Modenese, sono uscite le motivazioni del verdetto che hanno portato i giudici a riconoscere agli imputati (al contrario di quanto successo in primo grado) anche il reato di associazione a delinquere. Complessivamente, Ugo Di Puorto, Andrea Cavallari, Raffaele Mormone, Moez Akari, Souhaib Haddada e Badr Amouiyah sono stati condannati a 70 anni, 4 mesi e 10 giorni di carcere. Erano stati tutti arrestati dai carabinieri nell'agosto del 2019  e sono tuttora reclusi. 

La motivazioni

Dalle prove - scrivono i giudici - emerge «la sussistenza degli elementi costituitivi del reato associativo e cioè di un sodalizio criminale avente le caratteristiche di una vera e propria associazione per delinquere». Ben definiti, in particolare, i ruoli assegnati ai vari componenti: il disturbatore (che distraeva le vittime), chi strappava i monili, e infine chi li occultava, addosso a sé o nelle vicinanze dei locali.

Per i giudici di secondo grado non contano «la radicale diversità o contrapposizione degli scopi perseguiti o eventuali conflitti di interesse tra i soci» come hanno cercato di contestare le difese degli imputati. Tra i rapinatori si era instaurato «uno stabile rapporto finalizzato alla commissione di azioni predatorie sia pure a geometria variabile a seconda dei soggetti disponibili a seconda delle necessità, delle caratteristiche del locale dove operare e dei rapporti personali del momento tra i membri del gruppo criminale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA