ANCONA - Tuffi da brivido, bagni in zone proibite. La baia senza regole. In cui rischi e divieti vengono ignorati, a volte con conseguenze spiacevoli. Come nel caso del ragazzo che ieri mattina, attorno a mezzogiorno, dopo aver preso la rincorsa, si è tuffato in acqua tra la Torre e il Clandestino, non calcolando che in quel tratto in mare ci sono delle grosse pietre.
Ha battuto violentemente la testa su uno scoglio, riportando una ferita all’altezza della fronte, con copiosa perdita di sangue.
Gli infortuni
Nella baia è un rischiatutto continuo, sia per i tuffi nel posto sbagliato (o vietato) sia per l’imprudenza di chi affronta il ripido sentieri di Mezzavalle senza le calzature adeguate: già tre persone sono finite all’ospedale con le caviglie rotte dall’inizio della stagione, tutti turisti. In tema di tuffi - e di divieti - si segnalano anche quelli al molo di Portonovo dove per tutta la giornata i ragazzi si sono divertiti nella specialità degli “zucchetti”. Eppure sono proibiti, anche se il cartello di divieto è stato divelto da qualche vandalo e giace a terra senza che nessuno lo abbia ripristinato. Ma è in tutto il litorale che va dal Trave allo scoglio della Vela che i rischi non vengono presi nella dovuta considerazione.
Cartelli spariti
A partire, appunto, dalla zona del Trave: è soggetta a continui movimenti franosi ed è vietata allo stanziamento, eppure continua ad essere frequentata da tanti bagnanti che si fermano addirittura a fare i fanghi, in barba ai cartelli d’avvertimento. Che, come ricordato per quello al molo, scompaiono d’improvviso. È il caso di quello posizionato oltre gli scogli della spiaggia libera Ramona, verso nord, che vieta l’accesso alle due calette proprio sotto la falesia, anche ieri piene di gente. Più a sud, proprio sotto le terrazze, un’altra zona off limits, questa volta segnalata con apposito cartello, è sempre piena di bagnanti, proprio come è successo anche nella giornata di ieri. Poi c’è tutto il tratto che va dalla chiesa di santa Maria allo scoglio della Vela. Bello, selvaggio, naturale, ma pericoloso per il rischio di crolli: eppure ogni giorno si riempie di gente che ignora il cartello di zona vietata ben visibile ad inizio del percorso, subito sotto la chiesa.
Lo slalom
Ma anche in mare i pericoli sono dietro l’angolo. Come testimonia l’episodio del tardo pomeriggio di venerdì, quando una barca a vela lunga 9 metri si è incagliata sugli scogli nella zona del Trave ed è stato necessario l’intervento del gommone di salvamento della baia per trarre in salvo i due occupanti. In tema di rischi e pericoli ci sono anche quelli corsi dai pedoni, che si ritrovano a fare lo slalom tra le auto in cerca di un posto a valle, sia in prossimità dei parcheggi, sia lungo la discesa a piedi, dalla rotatoria a monte alla baia. Un pericolo esteso anche ai ciclisti. Insomma, una maggiore attenzione e un corretto rispetto delle regole potrebbe evitare diversi spiacevoli episodi, senza trasformare una giornata al mare in una brutta avventura. Ma proprio per questo, non si può aspettare oltre. Serve intervenire subito, regolarizzando l’assalto alla baia che può andare verso un’unica direzione: il numero chiuso.
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