ANCONA - Più di un’idea. Adesso è un diktat: «Numero chiuso per Portonovo». L’input del prefetto Darco Pellos è un invito a non perdere più tempo: come ha denunciato il Corriere Adriatico, la baia rischia di annegare. Bisogna far qualcosa prima che sia troppo tardi. La ricetta è una sola: contingentare auto e presenze. Come?
«Saranno il Parco del Conero e il Comune a stabilire il grado di sopportabilità di Portonovo, ma così non si può andare avanti», è l’allarme del prefetto.
Il summit
Opinioni condivisibili che si tradurranno in azioni concrete, alla luce della riunione tecnica di ieri in Prefettura: presenti i vertici delle forze dell’ordine, l’assessore alla Sicurezza Stefano Foresi e il nuovo comandante provinciale dei vigili del fuoco, Pierpaolo Patrizietti. Tutto ruota attorno al tema ambientale. Va protetto l’ecosistema della baia, insieme alla sicurezza dei suoi fruitori. Un principio che ha trovato massima condivisione nel summit di ieri, in cui è stato definito il piano operativo. Il primo passaggio, annuncia Pellos, sarà un sopralluogo tra i vigili del fuoco e i tecnici del Comune e del Parco del Conero per verificare la pianificazione antincendio della baia adottata dall’amministrazione civica, in fase di revisione. «Ho chiesto al comandante dei vigili del fuoco di effettuare tutti gli accertamenti del caso per verificare che gli impianti funzionino e che le aree di sosta siano munite di adeguati strumenti di prevenzione - spiega il prefetto -, ma anche che ci siano le condizioni per intervenire tempestivamente in caso di necessità di evacuazione delle persone. Il tema della prevenzione antincendio coinvolge anche la Regione che ha in essere una convenzione con il Corpo nazionale dei vigili del fuoco». Un corollario, rispetto al nodo cruciale della salvaguardia dell’ambiente su cui Pellos non ha intenzione di retrocedere.
«L’ente Parco del Conero si è dimostrato un interlocutore molto attento e collaborativo - dice -. Qui c’è un gioiello da preservare e bisogna farlo nella maniera più opportuna, anche dal punto di vista politico». La palla ora passa di nuovo al sindaco che al Corriere Adriatico ha già detto la sua: «Esiste un problema da bilanciare: tutelare la baia e al tempo stesso preservarne la massima disponibilità per gli anconetani». Tradotto: «Sì al numero chiuso per tutti, ma non può essere un’operazione d’élite. Non si riducono le presenze per renderla più fruibile a chi ha maggiori disponibilità». Viva la democrazia, anche a Portonovo. Ma come si farà? Il prefetto indica la strada verso una spiaggia più ordinata. «Prima di tutto dovrà essere definito un numero massimo di presenze». E già qui sono dolori. Come la prenderanno gli habitué della baia? E gli operatori? Il numero chiuso rischia di essere impopolare, ma è doveroso. «Il provvedimento potrebbe trovare dei limiti dal punto di vista giuridico - avverte Pellos - perché l’accesso alle spiagge è un diritto costituzionalmente garantito: ma se ci sono delle esigenze di altra natura, come la protezione dell’ambiente, allora possono essere individuati delle limitazioni, come il contingentamento di persone e auto». La strada è segnata. Serve un sacrificio (di tutti) per salvare Portonovo.
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