Smottamenti, altre famiglie evacuate a Sassoferrato: la piena dei fiumi continua a colpire

Smottamenti, altre famiglie evacuate a Sassoferrato: la piena dei fiumi continua a colpire
Smottamenti, altre famiglie evacuate a Sassoferrato: la piena dei fiumi continua a colpire
di Véronique Angeletti
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Lunedì 26 Settembre 2022, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 09:48

SASSOFERRATO - Ci sono 43 sfollati, 2 quartieri in crisi – via Cagli e Monterosso Stazione - diverse case inagibili, molte attività agricole, commerciali e artigianali paralizzate e la viabilità di una parte del paese compromessa. È il pesante bilancio dell’alluvione a distanza di dieci giorni dallo straripamento dei torrenti Sanguerone e Nevola. Diversi ponti tra Piano di Frassineta e Monterosso Stazione sono stati giudicati pericolosi e altre due famiglie sono state evacuate. 

 
La viabilità


Per frane, smottamenti, voragini rimangono out quindi le provinciali Cabernardi Montelago, la Sp 48 dal km 0 al km7,5 e la Pergola-Sassoferrato (Sp16), nel tratto di Monterosso Stazione e all’altezza della località Morello.

Si tratta di una frana molto problematica su cui si stanno focalizzando vari esperti, coinvolta la Protezione civile con geologi dell’università di Firenze. Per raggiungere Pergola è d’obbligo passare da Serra Sant’Abbondio. Il Comune con lavori di somma urgenza ha infatti fatto intervenire ditte esterne in località Schiopetto e sulla strada di Camazzocchi che, da via marginale è diventata fondamentale per collegare la frazione di Cabernardi (250 residenti) a Pergola e al capoluogo. Sorvegliate speciali le aree intorno a Venatura, alla Sementana e alla Frasca proprio sotto il belvedere del Santuario della Madonna del Cerro. Un’alluvione che non ha segnato solo il territorio ma anche lo spirito delle persone. La bomba d’acqua e i torrenti in piena quella notte hanno impedito a tantissimi pendolari di tornare a casa. Emblematico il racconto della 40enne Paola Mancini. La commercialista, lavora a Pergola e vive a Sassoferrato, ha ben impressa nella memoria quella terribile giornata mentre cercava di tornare a casa. «Pioveva sì ma da non destare preoccupazione, poi in una manciata di chilometri il quadro è cambiato. Era già un inferno a Bellisio poi al Morello non si passava per una frana». 


Il racconto


Quella che ha investito una ragazza che passava con la sua macchina. Salva per la presenza di un gruppo di alberelli che ha impedito alla Subaru di precipitare nel dirupo. «Pertanto, ho fatto dietrofront e sono passata da Poggetto di Serra Sant’Abbondio. Un incubo. Mi sono bloccata e ho chiamato il 115. L’operatore mi ha detto di mettermi in alto, al riparo, e di non muovermi. Pensavo non uscirne viva, ho telefonato a mio marito e ho fatto testamento». All’alba, Paola ha scoperto che, cento metri più avanti, il ponte era crollato.

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